Mercosur. Dove porterà l’accordo con l’Ue?

di Tommaso Alessandro De Filippo

Dopo 25 anni di trattative, un accordo politico sospeso nel 2019 e negoziazioni riprese da marzo 2023 a dicembre 2024, lo scorso 6 dicembre l’Unione Europea e il Mercosur hanno finalmente siglato un’intesa storica per creare la più grande area di libero scambio al mondo. Il nuovo accordo di partenariato tra l’Unione Europea e il Mercosur rappresenta un traguardo strategico di grande rilevanza, mirato a favorire una profonda trasformazione economica, sociale e ambientale. I negoziati hanno portato alla firma di un’intesa che amplia le catene di approvvigionamento e prevede importanti agevolazioni tariffarie. Tra queste l’eliminazione di dazi su materie prime e beni industriali, in particolare su prodotti agricoli argentini e su beni industriali come nichel, rame, alluminio, acciaio e titanio da parte del Brasile, con un risparmio annuo stimato di circa 4 miliardi di euro. Nel 2021, la Germania è stata il maggiore esportatore di beni dell’Ue verso i Paesi del Mercosur, con un valore di 13 miliardi di euro, mentre i Paesi Bassi sono stati il maggiore importatore di beni dai Paesi del Mercosur, con un valore di 10 miliardi di euro. Infine il Brasile ha consolidato il suo ruolo di partner strategico, risultando il principale attore negli scambi tra i due blocchi.
L’accordo non si limita a incentivare gli scambi commerciali, ma punta a promuovere la sostenibilità e l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione alle tecnologie per le energie rinnovabili e i combustibili a basse emissioni di carbonio. La diversificazione delle catene di approvvigionamento e delle fonti energetiche, insieme alla promozione degli scambi, punta a consolidare la cooperazione politica e strategica tra l’Ue e il Mercosur.
L’intesa si distingue per l’approccio innovativo alle sfide globali, con azioni concrete nella lotta contro il cambiamento climatico, la deforestazione e la tutela della biodiversità. L’Unione Europea e il Mercosur si impegnano a evitare una corsa al ribasso nei settori ambientale e lavorativo, stabilendo meccanismi che garantiscono il coinvolgimento diretto della società civile nell’attuazione degli impegni di sostenibilità.
Dal punto di vista commerciale, l’accordo prevede un significativo potenziamento delle esportazioni europee, grazie all’eliminazione di tariffe elevate su prodotti chiave come alimenti, cioccolato, alcol e vino, attualmente soggetti a tariffe rispettivamente del 28%, 20%, 35% e 27%. Inoltre, garantisce la protezione di oltre 350 Indicazioni Geografiche europee, prevenendo la loro imitazione nei mercati del Mercosur e rendendo più trasparenti le procedure di sicurezza alimentare per gli esportatori europei.
Il Mercato Comune del Sud, nato nel 1991 con il Trattato di Asunción, rappresenta una delle alleanze regionali più significative a livello globale. Estendendosi su una superficie di 14,8 milioni di chilometri quadrati e con oltre 273 milioni di abitanti, è stato istituito da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Successivamente, il blocco ha accolto il Venezuela nel 2012, sebbene attualmente sospeso, e la Bolivia, che è in fase di adesione. L’obiettivo primario del Mercosur fin dalla sua creazione è stata la costruzione di un mercato comune, volto a facilitare la libera circolazione di beni, servizi e fattori produttivi, abbattendo barriere doganali e restrizioni non tariffarie. A questo scopo l’introduzione di una tariffa esterna comune e di una politica commerciale condivisa ha conferito al Mercosur un’importante voce nei principali forum internazionali, rendendolo un attore cruciale nel contesto economico globale.
Nonostante le difficoltà legate alla ripresa post-pandemia e alla normalizzazione della domanda globale dopo lo shock del conflitto in Ucraina, il blocco ha fatto progressi significativi, specialmente nel commercio intra-regionale. Un esempio rilevante è il valore degli scambi commerciali tra i membri del Mercosur, che ha mostrato una resilienza maggiore rispetto al commercio totale. Gli scambi intra-blocco sono cresciuti del 4,2% nel 2023 rispetto all’anno precedente, trainati dal dinamismo del settore manifatturiero, con un contributo particolarmente significativo del comparto automobilistico. Inoltre, il Mercosur ha dimostrato una notevole capacità di adattamento di fronte agli shock esogeni, come la grave siccità che ha colpito Argentina e Uruguay, rischiando di interrompere alcune catene di approvvigionamento. Tuttavia, grazie al sostegno reciproco tra i membri del blocco, è stato possibile garantire il flusso di materie prime essenziali mostrando una solida flessibilità e cooperazione regionale.
La struttura organizzativa del Mercosur si fonda su un sistema decisionale intergovernativo, formalizzato nel Protocollo di Ouro Preto del 1994, che attribuisce a vari organi chiave il compito di gestire e orientare l’integrazione regionale. Il Consiglio del Mercato Comune, quale principale organo decisionale, definisce le politiche generali, mentre il Gruppo del Mercato Comune si occupa del coordinamento operativo quotidiano. La Commissione di Commercio supervisiona le politiche commerciali comuni, garantendone l’allineamento agli obiettivi di crescita e cooperazione. L’evoluzione del Mercosur ha visto l’introduzione di strumenti normativi e istituzionali che hanno ampliato il suo raggio d’azione e il suo impatto. Il Protocollo di Ushuaia del 1998 ha sancito la democrazia come prerequisito fondamentale per l’adesione al blocco, mentre il Protocollo di Olivos del 2002 ha creato il quadro giuridico per la risoluzione delle controversie, culminando nella creazione del Tribunale Permanente di Revisione nel 2003. A sostegno di queste strutture, il Fondo per la Convergenza Strutturale, istituito nel 2005, rappresenta un impegno concreto per ridurre le disuguaglianze economiche tra gli Stati membri, promuovendo un’integrazione che sia vantaggiosa per tutti. Parallelamente organi come il Parlamento del Mercato Comune e l’Istituto delle Politiche Pubbliche sui Diritti Umani hanno rafforzato l’aspetto politico e sociale dell’organizzazione, con un’attenzione particolare ai diritti umani.
Più recentemente il Protocollo del 2017, mirato a favorire la cooperazione sugli investimenti, testimonia la crescente maturità del processo di integrazione. Nonostante gli indubbi vantaggi derivanti dall’Accordo, permangono resistenze politiche tra alcuni membri dell’Unione Europea su di esso. Paesi come la Francia hanno sollevato forti preoccupazioni per il possibile impatto negativo sul settore agricolo europeo, in particolare nei comparti della carne e dei prodotti agricoli sensibili. La Francia ha evidenziato le problematiche ambientali legate all’intensificazione della produzione agricola nei Paesi del Mercosur. Inoltre Argentina e Brasile hanno manifestato divergenze su come distribuire equamente i benefici economici dell’accordo.
Le riserve hanno riguardato la capacità di alcuni Paesi di implementare gli impegni di sostenibilità ambientale regolamentati. La Bolivia, in fase di adesione, ha espresso timori che alcune politiche possano danneggiare le piccole economie nazionali, sollevando timori legati alla sovranità economica. Queste divergenze mettono in luce il ruolo relativamente marginale del Mercosur nel commercio extra-Ue, rappresentando solo il 2% degli scambi totali dell’Europa, a fronte del 16.8% con gli Stati Uniti, del 14,6% con la Cina, del 10.1 % dell’Efta e del 5% con l’Asean. Tuttavia, l’accordo offre significativi benefici sul piano della cooperazione internazionale e del rafforzamento dei legami commerciali strategici, consolidando la rilevanza politica del partenariato.