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Dopo la firma del presidente Usa Donald Trump dell’ordine esecutivo per la costruzione della barriera anti-migranti lungo il confine con il Messico, il presidente del paese confinante, Enrique Pena Nieto, ha annullato la visita ufficiale a Washington prevista per martedì prossimo.
Trump lo aveva annunciato in campagna elettorale: la barriera, alta fra i 9 e i 16 metri e lunga 3.145 chilometri, sarà costruita e pagata suo malgrado dal Messico.
I costi dovrebbero oscillare tra i 12 mld di dollari ipotizzati dal presidente Usa e i 25 mld abbozzati dagli esperti, ma Pena Nieto ha già fatto sapere di non essere intenzionato a sborsare un centesimo per il muro di Trump.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca sarà tuttavia anche un neofita di relazioni internazionali ma non uno sprovveduto, per cui ha annunciato dazi del 20 per cento sulle merci provenienti dal Messico proprio per pagare la barriera anti-migranti. D’altro canto Trump ha già iniziato a demolire gli accordi di libero scambio, Nafta (Canada, Usa, Messico) compreso.
Già oggi fra i due paesi esistono barriere fatte in filo metallico o barre di ferro per un totale di circa mille chilometri; la barriera di Tijuana, la più lunga (22,5 km), è stata implementata nel 2004 dal presidente Bill Clinton: dal 1990 al 2007 sono transitati attraverso il confine in modo illegale oltre 12 milioni di persone.
In vare città degli Usa si stanno organizzando proteste anti-muro, ed anche la Chiesa cattolica si sta adoperando per far sentire la sua voce di contrarietà.
