Morirono in mare 63 migranti: pronto l’atto di accusa dell’Ue al’Italia

di Guido Keller –

Si è conclusa l’inchiesta, presentata oggi a Bruxelles, dalla quale risulterebbe una condanna dell’Italia e della Nato, oltre che dei trafficanti di uomini, per i 63 immigrati morti in mare mentre attraversavano il braccio di mare che separa il Nordafrica dalla Libia.Secondo la Commissione per le migrazioni, i rifugiati e degli sfollati del Consiglio d’Europa, erano gli italiani, responsabili delle operazioni marittime insieme alla Nato, a dover raccogliere il segnale di sos, mentre, per 15 giorni, gli immigrati andavano alla deriva. Il rapporto, redatto dalla parlamentare socialista olandese Tineke Strik, sarà al centro di un dibattito dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, verrà discusso il prossimo 24 aprile e conterrà le prove che nella zona del naufragio erano presenti alcune navi militari italiane, tra le quali il pattugliatore ‘Comandante Borsini’, ed alcune della Nato.
Il barcone aveva lasciato Tripoli con 72 persone a bordo una settimana dopo che erano iniziati i bombardamenti si Tripoli, ma dopo 15 giorni si era arenato sulla costa libica con solo 9 sopravvissuti.
Secondo il presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, Pietro Marcenaro, nell’attraversamento del Mediterraneo sarebbero morte più do 1500 persone e questo è “un atto di accusa terribile per tutti noi, per l’Europa e per l’Italia”.