Mozambico. Stimato il prezzo degli investimenti per lo sfruttamento del gas naturale

di Valentino De Bernardis –

gas piayyaforma 2Dopo cinque anni di studi e valutazioni, sembra essere stato finalmente definito l’ammontare degli investimenti di cui Maputo necessita per poter sfruttare l’enorme potenziale di gas naturali presenti nel nord del paese al confine con la Tanzania: $31 miliardi.
A dare la stima ufficiale è stato Omar Mitha, presidente dell’Empresa Nacional de Hidrocarburos (ENH) mozambicana, durante la conferenza stampa per la celebrazione del trentacinquesimo anniversario della fondazione della compagnia. Un piano di investimenti che secondo quanto annunciato da Mitha prevede una copertura al 55% da prestiti bancari e al 45% da capitali privati provenienti dalle compagnie impegnate nella zona. Formula impegnativa che potrebbe mettere in difficoltà alcuni dei protagonisti della corsa alla produzione di gas liquefatto, una su tutte la stessa ENH, la quale ha già annunciato di non disporre al momento della liquidità necessaria a coprire la propria quota di investimenti in alcune aree, ed è già alla ricerca di diverse soluzioni finanziarie. Mentre una risposta degli altri partner privati è prevista entro i primi mesi del 2016.
Le aree interessate sono quelle del Mozambique Basin (lungo le province costiere di Inhambane e Sofala), e quella del Rovuma Basin (nella provincia di Cabo Delgado). Quest’ultimo Basin in particolare sarà il beneficiario primario del nuovo piano di investimenti, dove secondo quanto riportato da Mitha è programmato nel breve-medio periodo un flusso economico di $26 mld divisi come segue: $5,6 mld per esplorazione preliminari, $10 mld per la costruzione di due impianti di liquefazione del gas, $3,3 mld per successivi studi di sviluppo, $4.4 mld di interessi e spese bancarie e $2,6 mld come fondo per le emergenze.
L’impegno economico rappresenta un deciso piano energetico di lungo corso delle istituzioni mozambicane; non a caso nel dicembre 2014, uno degli ultimi atti del precedente governo di Armando Emílio Guebuza è stata l’adozione di norme a definire il quadro giuridico e finanziario per lo sviluppo dei progetti nel Rovuma, garantendo tra le altre cose il non innalzamento delle aliquote fiscali.
Nel Rovuma Basin è fortemente preponderante la presenza della compagnia statunitense Anadarko Petroleum Corporation, la stessa che nel 2010 aveva iniziato una perforazione esplorativa su un’aria di 10.000 kmq che fece scoprire al mondo il potenziale energetico mozambicano, stimando nell’AREA 1 del Rovuma Basin risorse naturali recuperabili per circa 50-70 trilioni di piedi cubici, poi incrementati ad inizio 2015 a 75 trilioni di piedi cubici. Quantità significative per l’estrazioni delle quali è stato creato uno specifico consorzio del quale la società Texana detiene una quota del 26,5% (attraverso la società Anadarko Mocambique Area 1 Limitada), dalla giapponese Mitsui (20%), dalla thailandese PTT (8,5%) e dalle tre compagnie indiane ONGC Videsh (16%), Oil India (4%) e BPRL Ventures Mozambico BV (10%). Il restante 15% è invece detenuto dal governo di Maputo attraverso la ENH.
La sfruttamento del gas naturale presente nel Rovuma Basin entro il 2018 è una delle priorità del nuovo governo Nyusi (in carica da gennaio 2015), per poter raggiungere l’obiettivo di diventare un importante hub energetico regionale e poter incominciare ad esportare gas liquefatto anche nei mercati dell’estremo oriente.
La completa commercializzazione di gas liquefatto rappresenta ad oggi la via maestra attraverso cui Maputo mira alla diversificazione economica del paese, affrancandolo dal prezzo delle materie prime sui mercati internazionali (su tutti alluminio e carbone), nonché dall’eccessiva dipendenza dai donatori internazionali occidentali e dall’influenza dell’economia del Sud Africa. Un percorso certamente difficile, ma che se realizzato potrebbe aiutare il paese a rispettare le previsioni di crescita media dell’8% nel quadriennio 2016-2019, stimato dal Fondo Monetario Internazionale, e sopratutto a mitigare le spinte autonomiste del nord del paese, privando il maggiore partito di opposizione (RENAMO) del suo storico bacino elettorale e (fino a qualche anno fa) di arruolamento militare.

@debernardisv
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