MYANMAR. Fonti governo, ‘rilasciati 302 prigionieri politici’

Adnkronos/dpa, 14 gen 12 –

Sono 302 i prigionieri politici rilasciati in Myanmar, secondo quanto confermato oggi da un esponente della giunta militare birmana. In tutto ieri il governo birmano ha rilasciato oltre 600 detenuti nell’ambito di un’amnistia che e’ stata salutata dalla comunita’ internazionale come un importante passo avanti sul cammino delle riforme democratiche in Myanmar. L’associazione che si occupa dell’assistenza dei prigionieri politici birmani ha confermato che sono 217 i prigionieri politici liberati, e tra di loro vi sono importanti attivisti, esponenti dell’opposizione e leader delle minoranze etniche. Sale cosi’ a 347, sempre secondo i dati dell’associazione, il numero dei prigionieri politici rilasciati in Myanmar in tre diverse amnistie da quando si e’ insediato il presidente Thein Sein lo scorso marzo.  Secondo quanto ha dichiarato il ministro dell’Interno, il generale Ko Ko, i 302 prigionieri politici facevano parte di una lista di 600 prigionieri di coscienza consegnata al governo da “un partito politico”. Tra di loro vi erano 430 prigionieri politici, ma 128 non sono stati scarcerati perche’ – ha detto ancora il ministro – colpevoli di gravi crimini. Altre fonti del governo hanno confermato che la lista dei prigionieri sarebbe stata fornita dalla Lega nazionale per la democrazia, il partito del Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Una lista lungi dall’essere completa, ricorda l’associazione che si batte per la liberazione dei prigionieri politici birmani: “sulla base delle nostre informazioni, vi sono ancora oltre 700 prigionieri politici nelle carceri del Myanmar”, ha detto il portavoce. Tra i prigionieri scarcerati vi sono anche almeno nove giornalisti, secondo il comitato per la protezione della stampa. Scarcerato anche l’ex premier Khin Nyunt, caduto in disgrazia nel 2004, un leader ribelle della minoranza etnica Shan, Khun Tun Oo. Lbero anche Gambira, il monaco buddista che era stato il leader delle manifestazioni popolari del 2007, che ha espresso la sua gioia ma anche la convinzione che “bisogna ancora fare molta strada. Anche se stanno rilasciando i prigionieri – ha detto – ancora hanno tante caratteristiche della dittatura”.