Navi Marmara: Israele e Turchia si riconciliano con un accordo

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Navi marmaraDopo sei anni, a seguito della crisi per l’uccisione di nove attivisti filo-palestinesi turchi sulla nave Mavi Marmara, Turchia e Israele hanno deciso di riconciliarsi e di riavviare le relazioni bilaterali. Lo ha comunicato oggi il premier turco Binali Yildirim, il quale ha spiegato che “l’accordo di riconciliazione” (così è stato definito) prevede il risarcimento da parte di Israele di 20 milioni di dollari per la morte degli attivisti, verranno presto inviati nelle rispettive sedi diplomatiche gli ambasciatori, la Turchia potrà portare aiuti umanitari alla Striscia di Gaza servendosi però del porto di Ashdod e non dei percorsi via terra, verrà completato l’ospedale di Gaza e verranno costruiti una nuova centrale elettrica e un impianto di desalinizzazione dell’acqua.
Non verrà tolto il blocco navale a Gaza, in quanto, come ha spiegato il premier Benjamin Netanyahu da Roma, dov’era in visita, “Si tratta di una questione di massima sicurezza per noi e non ero disposto (su questo) a scendere a compromessi”. Il timore degli israeliani è che possano arrivare via mare armi per i palestinesi di Gaza e in particolare per Hamas.
In ballo vi è naturalmente di più, come lo sfruttamento delle risorse marine di gas nell’area, la cooperazione energetica, il riavvio delle relazioni commerciali e una possibile alleanza in chiave anti-Bashar al-Assad o comunque per la sicurezza dei confini, dopo che Israele ha occupato le alture del Golan con la Guerra dei Sei giorni del 1967.
L’incidente della Navi Marmara (parte della Freedom Flottilla) risale al 31 maggio 2010: la nave turca trasportava, oltre a numerosi attivisti, aiuti umanitari ed altre merci, come 10mila tonnellate di calcestruzzo. Giunta in prossimità del blocco navale israeliano, aveva tentato comunque di passare, ma era stata intercettata da una motovedetta; i militari israeliani, saliti sul ponte della Navi Marmara, sarebbero stati assaliti dagli attivisti probabilmente spaventati dall’arrivo dei soldati, per cui avrebbero sparato uccidendo i nove turchi.
Il premier italiano Matteo Renzi, che ha ricevuto al notizia mentre si trovava con Netanyahu, ha commentato che “L’Europa non può restare inerte di fronte a ciò che sta avvenendo ai propri confini. È di queste ore la notizia dell’accordo fra Turchia e Israele, inattesa e impensabile fino a un anno fa”. Ha poi aggiunto che “L’Europa deve sapere cosa sta accadendo in Africa, ai suoi confini europei a est, e nelle regole del gioco delle democrazie occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti”.