Nicaragua. Acs, ‘è in atto una caccia al sacerdote da parte del regime’

Acs

In Nicaragua è oramai una caccia all’uomo, anzi al sacerdote. Martedì 23 maggio la polizia ha arrestato Padre Jaime Iván Montesinos Sauceda, della parrocchia San Giovanni Paolo II di Sébaco, Matagalpa, uno dei dipartimenti più colpiti dalla repressione della Chiesa cattolica da parte del presidente Ortega.
Il sacerdote è accusato di aver commesso atti che minano l’indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione della nazione ex art. 1 della legge 1055, accusa rivolta in particolare agli oppositori e ai critici della dittatura di Ortega. Come accaduto per altri casi di sacerdoti incarcerati, il comunicato stampa della polizia afferma che il sacerdote era ubriaco ed accompagnato da una donna.
Si tratta del terzo sacerdote arrestato nei giorni scorsi. La diocesi di Esteli ha confermato che anche Don Eugenio Rodrìguez e Don Leonardo Guevara Gutiérrez sono oggetto di indagini da parte delle forze di polizia.
Gli arresti fanno seguito alla sentenza a carico di Mons. Rolando Álvarez, Vescovo di Matagalpa e Amministratore Apostolico della Diocesi di Estelí, condannato a 26 anni come “traditore della Patria” e colpevole di “cospirazione per minacciare l’integrità nazionale e diffondere notizie false attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a danno dello Stato e della società nicaraguense”.
Si sta assistendo a un palese tentativo di mettere a tacere la Chiesa in Nicaragua. In una situazione di forte deterioramento politico e sociale, il ruolo di mediatrice di pace e promotrice di riconciliazione assunto dalla Chiesa ha avuto come effetti repressione, false accuse, arresti e pene detentive ingiustificate.
Dopo l’espulsione del Nunzio apostolico Waldemar Stanislaw Sommertag, quella delle missionarie della carità di santa Teresa di Calcutta e di altri religiosi e sacerdoti, dopo la chiusura del canale televisivo della Conferenza Episcopale e di altre stazioni radio cattoliche, dopo la nazionalizzazione dell’Università cattolica di Trópico Seco, che apparteneva alla Diocesi di Estelí, la grave misura detentiva assunta contro Mons. Alvarez e la successione di arresti ingiustificati di sacerdoti configurano una evidente persecuzione ad opera del regime di Ortega ai danni della Chiesa, persecuzione che non può più essere ignorata dalle Istituzioni sovranazionali.