Nuova Zelanda. Un deputato maori espulso dall’aula perché rifiuta la cravatta

di Alberto Galvi

Il parlamento neozelandese ha permesso a Rawiri Waititi, un parlamentare maori, di parlare alla Camera il giorno dopo essere stato espulso per aver infranto il codice di abbigliamento parlamentare perché si rifiutava di indossare la cravatta. In seguito è stato autorizzato a parlare alla Camera indossando un ciondolo tradizionale chiamato hei-tiki invece di una classica cravatta.
Dopo quanto successo la Nuova Zelanda ha abbandonato l’obbligo della cravatta per i membri di sesso maschile. Rawiri Waititi, 40 anni, ha sostenuto che costringerlo a un codice di abbigliamento occidentale era una violazione dei suoi diritti e un tentativo di sopprimere la cultura indigena. La questione ha dato il via a un dibattito sul colonialismo: gli indigeni Maori costituiscono circa il 15 per cento dei cinque milioni di abitanti della Nuova Zelanda, ma rappresentano elevati numeri statistici in termini di popolazione sotto la soglia di povertà e per quanto riguarda la popolazione carceraria, con molte ingiustizie che risalgono ai giorni del dominio coloniale britannico. Inoltre la maggioranza dei bambini affidati all’assistenza statale sono maori, dal momento che la povertà e la disoccupazione sono diffuse all’interno della loro comunità.
Il primo ministro Jacinda Ardern si è schierata in difesa di Waititi, dicendo che non aveva obiezioni al fatto che i legislatori non indossassero cravatte. L’attuale parlamento della Nuova Zelanda è il più inclusivo mai eletto nel Paese: quasi la metà dei 120 seggi sono detenuti da donne.
Waititi è uno dei due parlamentari maori che hanno i sacri tatuaggi facciali chiamati moko kauae. L’altra, Nanaia Mahuta, è la prima donna e la seconda persona maori a diventare ministro degli Esteri.
Il parlamento della Nuova Zelanda è uno dei più diversificati al mondo, con il 48 per cento di donne, l’11 per cento di LGBTQ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender, Queer), il 21 per cento di Maori, l’8,5 per cento di isole neozelandesi del Pacifico e il 7 per cento di membri dell’Asia-Nuova Zelanda. Il parlamento ha visto dopo le elezioni dello scorso ottobre i sui primi parlamentari di origine africana e dello Sri Lanka.