PAKISTAN. Dubbi su uccisione n. 2 di Al Qaida

Ansa, 29 ago 11 –

La morte una settimana fa nel nord-ovest pachistano del n.2 di Al Qaida, il libico Atiyah Abd al-Rahman, annunciata da autorevoli fonti negli Stati Uniti, non trova per ora conferma in Pakistan, dove per il momento prevale lo scetticismo. Le fonti americane, peraltro anonime, hanno assicurato che il giovane vice-responsabile della piu’ temibile organizzazione terroristica del mondo sarebbe morto durante un raid compiuto da un velivolo senza pilota (drone) il 22 agosto scorso vicino a Mir Ali, nel Waziristan settentrionale al confine con l’Afghanistan. Ne’ i talebani pachistani ne’ la stessa Al Qaida hanno confermato o smentito questo annuncio ed un funzionario dei servizi pachistani, che ha chiesto di non essere identificato, ha detto chiaro e tondo all’ANSA che ”non abbiamo alcuna informazione sull’uccisione di Al-Rahman durante un’azione di un drone”. E veramente, ha aggiunto, ”non e’ neppure certo che lui viva in questa parte del mondo o altrove. In generale se un drone colpisce qualche alto responsabile dell’opposizione armata, se il suo nome non trapela, emerge per lo meno che qualche comandante di rilievo si trovava nella zona. E in quell’attacco del 22 agosto non si e’ avuta alcuna notizia di questo tipo”. Sulla stessa lunghezza d’onda, pur se telegrafico, anche Hashim Baber, giornalista residente a Miranshah, non lontano da dove il n.2 di Al Qaida sarebbe stato ucciso. ”Qui – sottolinea – non c’e’ alcuna informazione che riguardi la possibile morte di Atiya Abd al-Rehman”. Da parte sua un altro giornalista considerato esperto dei fenomeno talebano della zona come il corrispondente della Bbc in pashtom, Tahir Khan, ha ribadito che ”nessuno puo’ confermare che Atiya fosse presente nel luogo dove i razzi sono esplosi, a meno che non salti fuori una ripresa video o che la stessa Al Qaida dica qualcosa”. Ma se fosse veramente stato ucciso, ha concluso, ”si trattarebbe di un nuovo colpo durissimo per Al Qaida in questi ultimi tempi, dopo l’uccisione di Osama bin Laden”.