PALESTINA. Con oggi è ufficiale l’adesione alla Cpi. Politici e militari israeliani potrebbero finire sul banco degli imputati

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cpiCome era stato stabilito lo scorso 7 gennaio, la Palestina è entrata oggi ufficialmente a far parte dei 123 Paesi che aderiscono alla Corte penale internazionale dell’Aia.
La richiesta, insieme all’adesione ad altri 13 trattati, era stata firmata il 31 gennaio da Abu Mazen in diretta tv, una mossa che aveva fatto infuriare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale aveva bloccato il versamento ai palestinesi di 106 milioni di tasse raccolte per conto dell’Anp. Il premier israeliano aveva quindi affermato che “L’Anp ha lanciato una sfida e noi non ce ne staremo con le mani in mano”, “Non lasceremo che i soldati e gli ufficiali israeliani vengano trascinati davanti alla Corte dell’Aia. Sotto processo dovrebbero andare i leader dell’Autorità palestinese, alleati coi criminali di guerra di Hamas”. Ancora più duro il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, il quale aveva affermato che la richiesta dell’Anp di aderire alla Corte penale internazionale “sancisce la fine degli accordi di Oslo”, siglati fra Yasser Arafat e Shimon Peres, di cui in realtà è rimasto solo il riconoscimento reciproco Israele – Olp.
Effettivamente con oggi la Palestina potrà presentare accuse contro Israele per crimini di guerra commessi nei Territori palestinesi, per quando Israele non faccia parte della Corte Penale non avendo sottoscritto lo Statuto di Roma. Ad essere chiamati sul banco degli imputati per rispondere delle accuse di crimini contro l’umanità potrebbero essere i leader politici e i militari del paese mediorientale.
Saeb Erekat, capo-negoziatore palestinese, ha affermato che quella di oggi è “una giornata storica’, che serve come sollecito alla comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità al fine di raggiungere una pace duratura e mettere fine all’occupazione”.