Palmira: il punto della situazione al 15 marzo

di Angelo Gambella –

siria elicotteroDue giorni fa è iniziato l’atteso assalto per liberare Palmira dall’ISIS. L’attacco, diretto dalle forze d’élite siriane, viene portato da tre diverse direttrici, da nord, da ovest e da sud-ovest. Una manciata di chilometri li divide dagli accessi alla città del deserto, difesi da un gran numero di combattenti islamisti.
L’esercito ha preso il controllo della quasi totalità della catena montuosa Hayann a sud-ovest, in particolare questa mattina ha conquistato sia la “cima 900” che la “cima 1000”; queste colline sovrastano direttamente la zona archeologica che ora viene osservata ad occhio nudo dai soldati che hanno raggiunto i primi siti storici. Inoltre, i governativi sono vicinissimi alla villa della famiglia reale del Qatar trasformata in una fortificazione dall’ISIS.
Si registrano scontri in pianura ad ovest di Palmira, con le forze di Assad che controllano il villaggio al-Bayarat, e precisamente presso il villaggio di al-Dawa. E’ da questa direzione che i carri T90 siriani di fabbricazione russa, in camouflage da deserto, dovrebbero avanzare per entrare nelle prime aree abitate.
L’assalto all’antico castello arabo di Palmira viene portato con missili termobarici (TOW) per ridurre i danni al patrimonio storico. Presumibilmente si tratta di missili Kornet di fabbricazione russa, normalmente utilizzati come arma anticarro ma che nelle ultime settimane sono stati impiegati contro la fanteria sulle montagne di Latakia.
A nord-ovest, sono state anche catturate buona parte delle strategiche colline delle antiche cave di Palmira.
Ieri il presidente della Fedarazione Russa Putin ha dichiarato raggiunti gli obiettivi in Siria ed ha ordinato il ritiro, a partire da oggi, di una parte consistente delle forze russe lÏ dispiegate. Tuttavia restano operative le due basi, quella aerea presso Latakia e quella navale a Tartus, e la forza aerea russa continua ad essere parte della battaglia seppure con un numero inferiore di caccia-bombardieri. Come prima conseguenza, è ora la forza aerea siriana ad attaccare con maggiore frequenza le postazioni dell’ISIS, tanto da aver distrutto quest’oggi un deposito di munizioni.
Sempre ieri, l’emiro, capo dell’ISIS a Palmira, il palestinese Khalil Mohameed, è stato ucciso da un razzo dell’esercito siriano che ha centrato il quartier generale nella città. Da altre fonti si apprende che tra 25 militanti uccisi ci sono un cittadino belga ed un giordano. Da un post di un privato su Twitter sembra che Palmira sia priva di elettricità ed acqua potabile, quest’ultima è ricavata da pozzi mentre l’uso delle telecomunicazioni sarebbe vietato. I siriani sono poco distanti dall’ospedale nazionale che è stato trasformato in una base dell’ISIS.
L’assalto viene portato dall’esercito siriano che comprende forze speciali (Forze Tigre) e unità paramilitari, ed è appoggiato dalle forze aerospaziali russe e da formazioni libanesi e irachene. I soldati sul terreno stanno pagando un alto tributo di sangue causato dalla resistenza dei militanti in terreni disagevoli e disseminati da numerose trappole esplosive. Nonostante le perdite, continuano a pervenire negli ultimi minuti notizie di ulteriori guadagni territoriali lungo le diverse direttrici dell’operazione, anche in direzione dell’ex base militare della 550ma Brigata. Le perdite complessive nelle file dei militanti islamisti sono sconosciute. Non mancano vittime civili nel centro abitato.