Panama e Costa Rica. Il confine dei due paesi tra criminalità, immigrazione e commercio

di Alberto Galvi

Uno dei confini dell’America Latina più porosi e trafficati dalla criminalità organizzata e dall’immigrazione clandestina è sicuramente quello tra Panama e Costa Rica. Il governo panamense ha approvato nei giorni scorsi l’autorizzazione a presentare all’Assemblea Nazionale un accordo quadro firmato da entrambi i paesi per cercare di arginare questo problema.
L’accordo era stato precedentemente firmato dal presidente del Costa Rica, Carlos Alvarado Quesada del PAC (Partido Acción Ciudadana) e da quello di Panama Juan Carlos Varela Rodríguez del PP (Partido Panameñista). L’intesa serve a mettere in pratica un sistema di controllo integrato per il passaggio sostenuto di persone e merci nei posti di frontiera di entrambi i paesi come Paso Canoas Guabito e Río Sereno.
Quest’anno entrambi i paesi confinanti hanno cercato di rafforzare i rapporti bilaterali in settori chiave come la sicurezza, il commercio, la cooperazione e il turismo. I ministri dell’agricoltura e del commercio estero sono stati incaricati di affrontare le questioni in materia agroalimentare. Per quanto riguarda il turismo, i leader hanno concordato di stabilire un piano d’azione a breve termine per favorire la nascita di percorsi e azioni comuni.
Il controllo del confine tra Panama e Costa Rica è strategico. Da questa zona, migliaia di migranti provenienti da Cuba e da alcuni paesi africani, asiatici e sudamericani si dirigono verso gli Stati Uniti. Per quanto riguarda il traffico commerciale, attraverso questo confine passano anche merci provenienti da alcuni paesi della regione e da paesi asiatici, europei e nordamericani.
La chiusura delle frontiere disposta dal governo nicaraguense tra l’inizio del 2015 e la fine del 2016, ha generato a Panama e in Costa Rica una crisi umanitaria senza precedenti. Uno dei momenti più critici è stato registrato, quando migliaia di cubani hanno attraversato il Centroamerica per dirigersi verso gli Stati Uniti.
Nei mesi scorsi le autorità di entrambi i paesi hanno installato un sistema di scambio di informazioni di intelligence alle loro frontiere che mira a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata e altri crimini che si verificano nella zona. Questo nuovo strumento sarà gestito dai funzionari del SENAFRONT (Servicio Nacional de Fronteras) panamense e dai poliziotti costaricani addetti al controllo dell’immigrazione e della sicurezza della frontiera e delle dogane.
In questi anni però le cose non sono molto cambiate. Sono stati arrestati le scorse settimane i membri di una organizzazione internazionale dedita alla tratta di esseri umani. Le forze di sicurezza di Costa Rica e di Panama hanno arrestato 48 sospetti trafficanti per aver offerto ai migranti provenienti prevalentemente da Haiti e dal Venezuela di entrare clandestinamente negli Stati Uniti. Gli arresti sono avvenuti nel quadro di un’indagine congiunta avviata nel gennaio 2018.
Il modus operandi di questa organizzazione criminale era quello di far viaggiare le vittime per via aerea utilizzando alcuni aeroporti del Brasile, Ecuador, Colombia e Perù come loro porta d’ingresso. Una volta dentro il paese, venivano ripresi di nuovo dall’organizzazione per continuare il viaggio via terra.
Le cifre di questo viaggio per i migranti andavano dai 7 mila ai 20 mila dollari. Questa organizzazione criminale, ha ramificazioni in diversi continenti. I migranti provenivano infatti da diverse parti del mondo come Haiti e Cuba e da alcuni paesi africani e asiatici.
Per cercare di arrestare i flussi migratori provenienti dai paesi centroamericani, gli Stati Uniti promuoveranno i negoziati per raggiungere gli accordi sui flussi migratori con El Salvador, Costa Rica, Honduras e Panama, come è stato già fatto con il Guatemala. Gli Stati Uniti hanno già fermato a maggio 144mila immigrati clandestini sul confine messicano la cui maggior parte proveniva da Guatemala, Honduras ed El Salvador.
Il futuro della politica migratoria regionale vedrà come suo epicentro Panama. Alla fine di agosto il paese centramericano ospiterà una riunione dei ministri che si occupano di sicurezza nei vari paesi della regione.