Paraguay. Il nuovo presidente tra promesse e realtà

di Paolo Menchi

Nelle recenti elezioni del 30 aprile in Paraguay si è assistito alla conferma dei conservatori alla guida del paese, con la vittoria del candidato del Partito Colorado Santiago Peña e con la conquista della maggioranza in Senato, nonostante vi fossero delle speranze per la sinistra di interrompere l’egemonia della destra che dura da decenni.
In campagna elettorale Peña aveva promesso la creazione di 500mila posti di lavoro che, se si considera che popolazione attiva del suo Paese è composta da 3,5 milioni di persone, si tratta di un impegno decisamente più pesante di quel famoso milione di posti di lavoro che Silvio Berlusconi aveva promesso tanti anni fa agli italiani.
Nonostante che per il Paraguay sia prevista per quest’anno una crescita del 4,5% del Pil, i problemi del paese sono notevoli anche a livello economico, con un debito pubblico che si è quadruplicato negli ultimi 10 anni, con entrate fiscali insufficienti a causa anche di una forte evasione e un modello economico che si basa sull’esportazione delle risorse naturali, che ha poche possibilità di generare nuovi posti di lavoro così come il settore agricolo e dell’allevamento. Quest’ultimo è molto meccanizzato e la componente umana è minimale.
Tuttavia, per quanto riguarda l’agricoltura, il problema principale è la concentrazione delle proprietà in poche mani, cosa che non permette la creazione di piccole aziende: si calcola infatti, secondo l’ultimo censimento agricolo del 2008, che circa l’85 percento della terra sia di proprietà del 2,5% della popolazione.
Tra il 1954 e il 1979 il dittatore Alfredo Stroessner aveva regalato ben sette milioni di ettari di terra a militari, politici e persone a lui vicine, e per questo circa un anno fa era stata creata una commissione che avrebbe dovuto studiare come redistribuire questi appezzamenti tra i piccoli coltivatori, ma al momento non si sono visti risultati.
In generale la cattiva distribuzione del reddito è uno dei problemi più grossi del Paraguay, dove un’ampia parte della popolazione vive sotto la soglia di povertà a fronte di poche ricchissime famiglie.
Un altro problema che si trascina da anni ma che, vista la continuità del nuovo governo con i precedenti, difficilmente verrà quantomeno mitigato, è la corruzione endemica ad ogni livello, la quale blocca qualsiasi tentativo di riforma quando si vanno a toccare gli interessi di qualcuno.