Perù. Castillo denunciato per organizzazione criminale

di Paolo Menchi

Non c’è pace per il Perù, che avrebbe tanto bisogno di un governo stabile per impostare una seria politica economica e sociale che possa portare il Paese fuori dalla crisi che si è aggravata dopo la pandemia.
La storia del Perù si caratterizza per una forte instabilità politica, basti pensare che nei quattro anni che hanno preceduto le ultime elezioni si sono succeduti ben cinque presidenti, travolti da scandali e corruzione.
E anche l’ultima elezione nella quale Castillo aveva battuto la concorrente Keiko Fujimori aveva lasciato un paese diviso a metà, talmente instabile da dover cambiare in pochi mesi e per motivi diversi ben quattro governi, e che aveva portato il presidente ad essere messo in stato di accusa per poi essere assolto dal Parlamento nel marzo scorso.
Adesso è arrivata la notizia che la magistratura peruviana ha presentato contro Castillo una denuncia costituzionale (un procedimento riservato alle più alte cariche dello Stato) accusandolo di capeggiare un’organizzazione criminale “installata nel palazzo del governo, atta a acquisire, controllare e favorire contratti di appalto per ricavarne guadagni illeciti”.
In particolare la magistratura dichiara di essere in possesso di prove secondo le quali sarebbe stato “scoperto l’ottenimento di benefici economici a seguito di nomine in posti chiave e l’incasso di percentuali per gare di appalto ottenute in maniera illecita e l’uso illecito dei poteri presidenziali”.
La denuncia è stata accompagnata da alcune azioni su scala nazionale per ricostruire la presunta rete criminale; sono stati fermati cinque ex consulenti di Castillo, perquisite le case e gli uffici di sei parlamentari del partito del presidente e addirittura la casa della sorella di Castillo, Gloria, che si trovava in compagnia della madre, azione che il presidente ha definito “atto abusivo”.
Da segnalare che già prima di questa denuncia Castillo, insieme alla moglie Lilia Paredes, aveva in piedi ben sei procedimenti in cui deve difendersi da accuse di corruzione.
Castillo ha accusato la magistratura di essere manovrata dall’opposizione e di appoggiare un colpo di stato per destituire un presidente eletto democraticamente ed ha dichiarato piuttosto melodrammaticamente che “si difenderà fino alla morte e che il suo sangue scorrerà nelle strade a beneficio del popolo”.
Perché l’incriminazione possa andare avanti fino nelle aule dei tribunali sarà necessario il voto favorevole di almeno la metà più uno dei deputati.
Adesso si attende il voto del Parlamento, tutt’altro che scontato, perché il coinvolgimento di Castillo in tutte queste indagini ha minato l’immagine di uomo integerrimo che lo ha accompagnato in tutta la sua carriera politica, un uomo che ostentava le sue origini contadine e la sua provenienza dal popolo per proporsi come soluzione contro i precedenti governi corrotti.