Perù. Castillo proclama il coprifuoco per fermare le proteste

di Paolo Menchi –

Il Perù continua a non trovare un minimo di tranquillità politica e sociale che possa permettere l’avvio di una serie di misure per rimettere in piedi un Paese in forte crisi. Dopo aver cambiato cinque presidenti in sei anni, dopo la controversa elezione di Pedro Castillo della scorsa estate e il successivo cambio di quattro diversi primi ministri per problematiche varie, pochi giorni fa il nuovo presidente aveva vinto una battaglia in parlamento sconfiggendo una mozione che ne chiedeva la destituzione per corruzione e sembrava che finalmente si potesse iniziare a lavorare.
In un paese che già alle elezioni si era mostrato diviso a metà e che, dopo i problemi politici di questi ultimi mesi, ha visto i consensi per Castillo in netta discesa, è facile per chi vuol fare opposizione portare la gente nelle piazze per protestare, in questo caso contro l’aumento dei prezzi in generale e dei combustibili in particolare, anche se forse queste problematiche sono da attribuire più alla congiuntura internazionale che alle politiche governative peruviane.
Per cercare di ammorbidire gli animi Castillo aveva annunciato nel fine settimana una riduzione delle imposte sui combustibili, venendo incontro alle richieste degli autotrasportatori, ed un aumento del salario minimo del 10% che arriverà al controvalore di 280 dollari ma che non avrà effetto sulla gran parte della popolazione, in considerazione del fatto che i lavoratori in regola sono una minoranza.
Ma le proteste non si sono placate, anzi si sono allargate a tutto il paese, con blocchi stradali che hanno causato anche grossi atti di violenza.
La cosa che non ci si aspettava è che per contrastare le manifestazioni il presidente proclamasse nelle province di Lima e Callao un giorno di coprifuoco totale (il 5 aprile scorso) che hanno dato alla capitale un aspetto decisamente insolito e tutt’altro che incoraggiante.
Se si pensa che la misura è stata annunciata con solo due ore di anticipo (alla mezzanotte del lunedì con decorrenza le due di notte, fino alla mezzanotte successiva) e in piena notte, quando la gente stava dormendo che solo al risveglio ha saputo della misura, che a Lima gran parte dei lavoratori non sono in regola e quindi avrebbero perso un giorno di guadagni, si comprende come possa essere stata impopolare questa misura estrema al punto che il Presidente nel pomeriggio ha dovuto fare marcia indietro e revocare il coprifuoco.
Castillo si è giustificato dicendo di aver preso questo provvedimento per l’interesse pubblico, dopo che una settimana di proteste aveva portato a quattro morti, molti feriti e oltre 20 fermati ma, secondo gli oppositori, ancora una volta ha dimostrato di non avere capacità di gestire situazioni complesse e di come riesca a peggiorare le cose prendendo misure esagerate e inutili.