Perù. Continuano le manifestazioni di protesta

di Alberto Galvi

Sì sono intensificate in diverse regioni del Perù le manifestazioni di protesta di chi chiede nuove elezioni e di chi il rilascio dell’ex presidente Pedro Castillo. In centinaia hanno usato pneumatici in fiamme, legno e pietre per bloccare una pista dell’aeroporto di Arequipa quale gesto contro l’impeachment e l’arresto di Castillo.
Nei giorni scorsi sono state segnalate proteste anche nelle città nelle città Cajamarca, Huancayo, Cusco, Puno. Scontri tra manifestanti e polizia nella città meridionale di Andahuaylas hanno provocato due morti e almeno cinque feriti, tra cui un agente di polizia, mentre i manifestanti tentavano di prendere d’assalto l’aeroporto.
Le proteste si sono estese nonostante l’impegno di indire elezioni anticipate da parte del presidente Dina Boluarte, che ha rapidamente prestato giuramento per sostituire Castillo dopo la sua rimozione la scorsa settimana. L’ex presidente è stato arrestato con l’accusa di ribellione e cospirazione.
Molti sostenitori di Castillo hanno chiesto che il Perù tenesse le elezioni piuttosto che consentire alla Boluarte di rimanere al potere fino a fine mandato nel 2026. In centinaia di persone hanno tenuto sit-in presso il palazzo del Congresso di Lima, dove la polizia in tenuta antisommossa ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla. Il Congresso si era riunito in una seduta di emergenza per discutere della crisi, ma è stato sospeso dopo lo scoppio degli scontri nelle strade.
Il primo ministro Pedro Angulo ha detto che anche il nuovo gabinetto Boluarte si è riunito per valutare i nuovi disordini e porvi rimedio. Il nuovo presidente del Perù Dina Boluarte ha nominato un governo composto da 19 ministri, otto dei quali sono donne: come ministro dell’Economia è l’ex viceministro delle Finanze Alex Contreras, ministro dell’Energia e delle miniere è l’ingegnere chimico Oscar Vera, l’ex procuratore di Stato Pedro Angulo è stato nominato primo ministro e la diplomatica Ana Cecilia Cervantes è divenuta ministro degli Esteri.
Boluarte ha anche dichiarato lo stato di emergenza nelle aree dove sono scoppiati i disordini, una mossa che consentirebbe alle forze armate di assumere un maggiore controllo se necessario. Nel frattempo i sindacati rurali e le organizzazioni che rappresentano i popoli indigeni hanno indetto uno sciopero a sostegno di Castillo.
Le richieste di nuove elezioni arrivano mentre recenti sondaggi mostrano che quasi nove peruviani su dieci disapprovano questi anni di scandali e d’instabilità politica. Il paese è ora al suo sesto presidente dal 2016. La lotta per il potere continua, mentre migliaia di piccole fattorie lottano per sopravvivere alla siccità. Il Perù sta anche vivendo una quinta ondata di infezioni da COVID-19, avendo registrato circa 4,3 milioni di casi e 217mila morti dall’inizio della pandemia.
Boluarte ha intanto affermato che presenterà un disegno di legge per anticipare le elezioni generali di due anni, fino all’aprile 2024. Nonostante la proposta di anticipare le elezioni, il governo di Dina Boluarte non riesce a placare le manifestazioni. Un giudice ha inoltre respinto l’appello del deposto presidente Pedro Castillo per porre fine alla sua detenzione mentre le autorità avviano un procedimento contro di lui con accuse di ribellione e cospirazione. Al momento la Corte suprema del Perù ha respinto la richiesta di scarcerazione per Castillo.