di Alberto Galvi –
Per le strade del centro di Lima è scoppiata una guerra tra le prostitute venezuelane e le transgender peruviane, nel bel mezzo della riscossione delle quote da parte delle mafie straniere che hanno preso il controllo di alcune aree di Zepita, Cañete, Inclán e Chancay, e di una parte del viale Alfonso Ugarte. Lo Zepita jirón e dintorni, nel centro di Lima, è uno dei punti con la maggiore presenza di prostitute.
La situazione sembra essere diventata incontrollabile per le autorità: i problemi sono iniziati alcune settimane fa quando prostitute straniere hanno cercato di spiazzare le lavoratrici trans del posto.
Quest’anno sono già cinque le lavoratrici del sesso transgender assassinate per mano di “Los Gallegos”, una pericolosa banda composta da teppisti venezuelani che praticano estorsioni, omicidi, sfruttamento della prostituzione e altri crimini. Un’altra donna trans è stata aggredita con proiettili nel 13imo isolato di viale Petit Thouars, a Cercado de Lima. L’attacco risponderebbe alle mafie dedite allo sfruttamento della prostituzione che riscuotono i proventi delle estorsioni, probabilmente il ”Treno Aragua”, la pericolosa banda criminale dedita a sequestri, estorsioni, tratta di esseri umani e rapine.
Secondo le lavoratrici trans questo territorio è già occupato da una temibile mafia venezuelana che arriva quasi giornalmente per far pagare loro quote per la loro presenza nelle strade e nelle piazze. Oggi le mafie straniere cercano l’egemonia territoriale della prostituzione in varie parti della capitale, e per riuscirci hanno scatenato una strage che sta diventando incontrollabile.
Intanto la municipalità metropolitana di Lima ha condotto a Jirón Zepita un’operazione contro la prostituzione clandestina, chiudendo 12 locali e arrestando circa 200 persone. Il vicesindaco del comune di Lima, Renzo Reggiardo, ha annunciato che continuerà ad essere portata avanti questo tipo di operazione con il supporto della Polizia di Stato.
