Perù. La Corte costituzionale ha approvato la scarcerazione di Alberto Fujimori

di Alberto Galvi

La Corte costituzionale del Perù ha approvato la scarcerazione dell’ex presidente Alberto Fujimori, che dal 2009 sta scontando una condanna a 25 anni per i casi Barrios Altos e La Cantuta, sentenza ratificata nel 2015. In entrambe le azioni è stato coinvolto il Grupo Colina, un distaccamento dei servizi segreti dell’esercito incaricati di perpetrare esecuzioni extragiudiziali, che ha combattuto il movimento di guerriglia maoista Sendero Luminoso e il MRTA (Movimiento Revolucionario Túpac Amaru). Il viceministro della Giustizia, Juan Millones, ha dichiarato che il governo si rivolgerà all’IACHR (Inter-American Court of Human Rights) per modificare la sentenza emessa dalla Corte costituzionale.
La decisione dei giudici ha ripristinato la grazia per motivi umanitari concessa ad Alberto Fujimori la vigilia di Natale del 2017 dall’allora presidente Pablo Kuczynski, ma che il Tribunale aveva ribaltato in quanto irregolare. La sentenza dei giudici Augusto Ferrero, José Sardón ed Ernesto Blume consentirà a Fujimori di anticipare di un decennio la fine della sua condanna, prevista per il 10 febbraio 2032. Altri tre magistrati hanno votato contro, ma in base alla legge il voto favorevole del presidente del Tribunale è stato considerato doppio e ha fatto pesare la bilancia a favore di Fujimori.
L’ordine di liberare Fujimori ha provocato proteste nelle principali città del Perù, tra cui una marcia di centinaia di persone per le strade di Lima. Un gruppo di sostenitori dell’ex presidente si è radunato davanti al carcere dove è imprigionato con ritratti e bandiere peruviane, sperando di vedere l’uscita di Fujimori, anche se le autorità non hanno fornito alcuna indicazione che il suo rilascio fosse imminente. L’avvocato di Fujimori, Cesar Nakazaki, ha affermato che l’ex leader non avrebbe dovuto lasciare la prigione prima di qualche giorno, fino a che alcune procedure legali fossero state completate.
Il primo ministro Aníbal Torres ha affermato che la sentenza danneggia l’immagine del paese, ma sarà eseguita. La Corte costituzionale in genere trasmette in streaming le sue decisioni, ma in questo caso non lo ha fatto. Inoltre non ha fornito una spiegazione sulla sentenza. In seguito Torres ha commentato alla stazione radio Successful che la Corte con questa sentenza è diventata una paladina dell’impunità per i criminali più temuti.
Fujimori è l’unico detenuto della piccola prigione di Barbadillo, situata nella parte orientale di Lima, cosa inaccettabile in un paese con alti tassi di sovraffollamento carcerario. Alberto Fujimori ha governato il paese sudamericano dal 1990 al 2000, e nel 1992 ha sciolto il Congresso e la magistratura, provocando il malcontento generale. Questa misura gli ha permesso di consolidare un regime autoritario, attraverso il quale ha ripetutamente violato i diritti umani.
L’ex presidente ha vissuto in Giappone dal 2000, e lì si è candidato anche al Senato locale senza fortuna; dopo essere fuggito dal Perù è stato travolto dagli scandali di corruzione che hanno portato alla caduta della sua amministrazione, ed è stato estradato nel 2007 dal Cile, nazione in cui era arrivato dal paese orientale. La giustizia cilena aveva approvato la richiesta, avanzata dalla giustizia peruviana nel 2015, di perseguire Fujimori in Perù per due ulteriori reati. Questi crimini perpetrati per mano del Grupo Colina sono legati all’omicidio nel 1992 di sei persone nel distretto di Pativilca, Barranca.
Alberto Fujmori è una figura politica contraddittoria. Alcuni peruviani lo lodano per aver sconfitto Sendero Luminoso e il MRTA, mentre altri lo detestano per le violazioni dei diritti umani perpetrate sotto il suo governo nel compiere operazioni contro i gruppi terroristici. Inoltre Fujimori aveva ottenuto il sostegno di uomini d’affari, classi dirigenti e organizzazioni finanziarie internazionali in quanto aveva applicato al Perù un modello economico neoliberista che li fece ulteriormente arricchire.