Perù. La Corte suprema ha allungato da 18 a 36 mesi la custodia cautelare dell’ex presidente Castillo

di Alberto Galvi

Il giudice della Corte suprema Juan Carlos Checkley ha allungato da 18 a 36 mesi la durata della custodia cautelare dell’ex presidente Pedro Castillo, poiché il capo di Stato deve affrontare le accuse derivanti dal suo tentativo lo scorso dicembre di sciogliere il Congresso e governare per decreto.
Castillo aveva di poco in un ballottaggio Keiko Fujimori alle elezioni del 2021. Dopo la rimozione di Castillo dall’incarico, in tutto il Perù si sono verificate pesanti proteste antigovernative che hanno portato alla morte di oltre 60 persone e al ferimento di centinaia.
L’ex presidente Dina Boluarte è succeduta a Castillo, ma lei e i membri del suo governo devono oggi affrontare un’indagine sulle loro responsabilità circa i disordini e le morti che sono conseguite alla repressione.
Il giudice Checkley ha emesso la decisione sulla scia di un’ulteriore indagine annunciata a febbraio. I pubblici ministeri all’epoca formalizzarono i piani per indagare sul breve mandato di Castillo con l’accusa di traffico di influenze, criminalità organizzata e collusione. La decisione potrebbe vedere Castillo restare in custodia cautelare fino a marzo 2026.
Il giudice ha spiegato che la detenzione prolungata serve a impedire a Castillo di fuggire dal paese o di interferire nelle indagini per i presunti reati di organizzazione criminale e corruzione nel caso Petroperú. Anche due ministri di Castillo sono stati condannati a 36 mesi di custodia cautelare, tra cui l’ex ministro dei Trasporti Juan Silva.
E’ invece stato emesso un mandato di arresto internazionale per Geiner Alvarado, ex ministro dell’Edilizia e responsabile degli alloggi popolari. Il giudice tuttavia ha respinto la richiesta del pubblico ministero di restrizioni nei suoi confronti e di una cauzione di 35mila soles.
Castillo ha pianificato di presentare ricorso contro la decisione di oggi. Ha negato tutte le accuse, compreso quella di aver gestito una rete criminale mentre era in carica. E’ in custodia cautelare dal 7 dicembre, quando alla vigilia di una terza udienza per l’impeachment ha rilasciato un comunicato televisivo sciogliendo il Congresso e annunciando un governo di emergenza nazionale. La mossa ha suscitato critiche diffuse e molti l’hanno definita un colpo di Stato.
Alla fine della giornata il Congresso aveva votato a stragrande maggioranza per mettere sotto accusa Castillo e rimuoverlo dall’incarico. Successivamente è stato arrestato dalla polizia. La sua ex vicepresidente, Dina Boluarte, ha subito prestato giuramento come suo sostituto.