Perù. Liberati 100 passeggeri dai battelli fluviali trattenuti per protesta dagli indios

di Alberto Galvi

Il gruppo indigeno Cuninico del distretto di Urarina nella provincia di Loreto, che vive nella foresta pluviale amazzonica del Perù, ha liberato circa 100 passeggeri dei battelli fluviali, compresi una ventina di stranieri provenienti da Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti. Tra i viaggiatori c’erano anche disabili, donne incinte e bambini rimasti sulle barche con poco cibo e acqua.
I passeggeri sono stati trattenuti per un giorno per protesta contro quella che la comunità ha affermato essere l’inerzia del governo per le fuoriuscite di petrolio tossico segnalate a settembre nelle acque del fiume Marañón. Il ministero dell’Ambiente del paese ha stimato la fuoriuscita in 2.500 barili.
La fuoriuscita di petrolio è avvenuta il 16 settembre scorso a causa della rottura dell’oleodotto della compagnia statale Petroperú. L’oleodotto, che trasporta petrolio greggio dall’Amazzonia alla costa per essere raffinato, ha subito diverse fuoriuscite negli ultimi anni a causa di tagli intenzionali esterni all’azienda. La compagnia petrolifera non ha nemmeno fornito una stima del volume della fuoriuscita.
Il leader della comunità di Cuninico, Watson Trujillo, aveva già annunciato il rilascio delle persone trattenute sulla barca, dopo un dialogo con i rappresentanti dell’ente pubblico autonomo Ombudsman’s Office.
I passeggeri erano diretti a Iquitos: i turisti sono partiti lungo il fiume Maranon poco dopo mezzogiorno dello scorso 4 novembre a bordo di una nave, cpoi trattenuta dai residenti di Cuninico.
I cuninico continueranno le proteste bloccando il passaggio dei battelli fluviali, fino a quando il governo non darà loro un aiuto concreto per far fronte all’inquinamento che colpisce la loro comunità. Il comitato di lotta di Cuninico aveva già deciso il 1 novembre di interrompere il passaggio delle barche e delle lance in viaggio dalla città di Yurimaguas a Iquitos, capitale di Loreto, e a San Lorenzo.