Perù. Sterilizzazione forzata: si riapre il processo per l’ex presidente Fujimori

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Ancora un processo per l’ex presidente peruviano Alberto Fujimori, 79 anni, di recente graziato in merito alla condanna a 25 anni di carcere di cui ne ha scontati 12, dall’attuale capo dello stato, Pedro Pablo Kuczynski, il quale ha così ottenuto dai sostenitori di Fujimori il respingimento in Parlamento della richiesta di impeachment per le accuse di finanziamenti illeciti ad opera della Odebrecht, la multinazionale brasiliana attiva nei settori delle costruzioni e dell’ingegneria civile che a causa delle tangenti si è trasformata in un buco nero che sta risucchiando presidenti e intere classi dirigenti dell’America Latina.
Fujimori è oggi accusato insieme a tre suoi ex ministri della Sanità dal procuratore Luis Landa di essere responsabile della morte di cinque donne avvenuta nel quadro del programma nazionale di sterilizzazione di 300mila donne indigene attraverso la “Contraccezione chirurgica volontaria”, in realtà forzata, tanto che in 2mila hanno presentato causa. Secondo i periti 18 donne sono invece morte a seguito di complicanze post-intervento, mentre molte altre hanno riferito di essere state ingannate e di aver firmato fogli di cui non conoscevano il contenuto, anche perché il piano interessava la parte più povera e con una bassa formazione scolastica della società peruviana.
Nel 2014 l’ex presidente Fujimori è stato assolto in un procedimento giudiziario analogo, ma nel 2009 è stato condannato a 25 anni di reclusione per le azioni degli squadroni della morte del Grupo Colina, caso sotto indagine anche presso la Corte interamericana per i Diritti umani: essi compirono diversi massacri in Perù, ma l’ex presidente è stato ritenuto responsabile in quanto a capo della repressione dell’omicidio di 27 persone (15 per il massacro di Barrios Altos, 10 per quello dell’università La Cantuta), del sequestro, della tortura e dell’uccisione dell’imprenditore Samuel Dyer e del giornalista Gustavo Gorritti.
Già nelle scorse settimane i giudici hanno deciso di riprocessatore Fujimori per il “caso Pativilca”, cioè l’uccisione di sei persone commessa dal Grupo Colina, paramilitari pronti a tutto che per conto del presidente combattevano al di fuori di ogni regola il gruppo terrorista Sendero Luminoso.
Oltre a questo nel 2010 la Corte suprema lo ha condannato ad altri 7 anni e sei mesi di reclusione per aver dato fondi pubblici pari a 15 milioni di dollari all’ex capo dei servizi segreti, Vladimiro Montesinos, per la paura che il suo braccio destro progettasse un colpo di Stato contro di lui.
Fuggito in un primo momento in Giappone, dove non era stato estradato in quanto cittadino per jus sanguinis, nel 2005 era arrivato a Santiago, in Cile, con un aereo privato, ma subito era stato arrestato ed estradato in ottemperanza al mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpool, fino ad essere graziato da Kuczynski sul letto di ospedale, dove si trovava per le precarie condizioni di salute.
I tre ex ministri della Salute rinviati a giudizio sono ministri Marino Costa Bauer, Eduardo Yong e Alejandro Aguinaga.