Perù. Tensioni nel paese in attesa del verdetto tra Castillo e Fujimori

di Alberto Galvi

In Perù le tensioni sono aumentate dopo il risultato del ballottaggio del 6 giugno, mentre il 19 giugno i sostenitori del socialista Pedro Castillo e della conservatrice Keiko Fujimori sono scesi a manifestare in due luoghi differenti della capitale: i sostenitori di Castillo si sono radunati nella Plaza 2 de Mayo a Lima e da lì hanno percorso i viali Grau e Abancay fino alla Plaza San Martín, mentre i sostenitori della Fujimori hanno tenuto una manifestazione nell’Alameda 28 de Julio, a Cercado de Lima.
In queste manifestazioni Castillo si è dichiarato vincitore, mentre la Fujimori ha denunciato brogli elettorali su larga scala. Grazie al dispiegamento di 3mila agenti di polizia, le mobilitazioni indette dai gruppi cittadini a sostegno dei candidati Keiko Fujimori e Pedro Castillo si sono svolte pacificamente e senza incidenti a Lima e in altre regioni del paese.
Durante la campagna elettorale molti cittadini a basso reddito hanno sostenuto Castillo per il proposito di riformulare la costituzione del paese al fine rafforzare il ruolo dello Stato. Gli elettori più ricchi hanno votato per la Fujimori, la quale ha deciso di mantenere la stabilità economica del paese attraverso il libero mercato.
Il conteggio dei voti attesta che Pedro Castillo del partito PL (Perú Libre), ottiene il 50,125 per cento, mentre la candidata Keiko Fujimori del partito FP (Fuerza Popular) raggiunge il 49,875 per cento dei voti. Castillo ha così un vantaggio di soli 48.058 voti.
Intanto gli osservatori internazionali hanno affermato che le elezioni si sono svolte in modo regolare anche se non è ancora chiaro quando sarà formalmente annunciato dall’organo preposto il vincitore delle elezioni. Keiko Fujimori ha insistito nel denunciare frodi elettorali, mentre gli osservatori dell’OEA (Organización de los Estados Americanos) hanno affermato che le votazioni si sono svolte senza gravi irregolarità.
Nei giorni scorsi le tensioni sono aumentate dopo che politici di estrema destra e militari in pensione hanno chiesto al presidente ad interim Francisco Sagasti l’annullamento delle elezioni, ultimo escamotage per impedire a Castillo di essere il nuovo presidente del Perù.
Il presidente ad interim Francisco Sagasti ha ribadito che le Forze armate e la Polizia nazionale sono assolutamente neutrali e rispettano scrupolosamente la Costituzione, e che il prossimo 28 luglio il comando del paese dovrà passare al nuovo presidente eletto.