Perù. Varata la legge che prescrive i crimini contro l’umanità ante 2002

di Giuseppe Gagliano

Il Perù si trova attualmente al centro di una controversia internazionale dopo la promulgazione di una nuova legge che prescrive i crimini di lesa umanità commessi prima del 2002. La legge, promulgata dal governo di Dina Boluarte, è stata duramente criticata a livello internazionale, in particolare dalle Nazioni Unite e da varie organizzazioni per i diritti umani, poiché contravviene ai principi del diritto internazionale che vietano la prescrizione di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
L’iniziativa sembra avere un chiaro obiettivo politico: favorire l’ex presidente Alberto Fujimori e numerosi militari accusati di atrocità durante il conflitto armato interno che ha insanguinato il Perù tra il 1980 e il 2000. Fujimori, già condannato per violazioni dei diritti umani, potrebbe vedere ridotti o addirittura annullati i suoi procedimenti legali grazie a questa nuova legislazione. Questa mossa legislativa, sostenuta in gran parte dal partito Fuerza Popular, guidato dalla figlia di Fujimori, Keiko, riflette l’influenza duratura del fujimorismo nel panorama politico peruviano.
La reazione internazionale alla promulgazione di questa legge è stata immediata e negativa. Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, ha espresso preoccupazione, sottolineando come la legge rappresenti un pericoloso passo indietro per lo stato di diritto e i diritti umani in Perù. La decisione di ignorare un’ingiunzione della Corte Interamericana dei Diritti Umani solleva seri dubbi sulla capacità del Perù di rispettare i suoi impegni internazionali e potrebbe isolarlo ulteriormente sulla scena mondiale.
Le conseguenze di questa legge potrebbero essere di vasta portata. In primo luogo, il Perù rischia di alienarsi ulteriormente dai suoi partner internazionali, compresi quelli all’interno dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e delle Nazioni Unite. Inoltre, la legge potrebbe innescare un’ondata di disordini sociali interni, dato che molte vittime del conflitto armato interno e le loro famiglie vedranno negata la giustizia. Infine, l’erosione della fiducia nelle istituzioni democratiche del Perù potrebbe rafforzare ulteriormente i movimenti populisti e anti-sistema, destabilizzando ancora di più il paese.
Già l’ex presidente Fujimori, che oggi ha 85 anni, ha ottenuto l’annullamento dell’accusa penale per la sterilizzazione forzata di oltre 270mila donne indigene. Poco dopo è arrivato l’assegno di vitalizio di 0.483 Sol mensili (2.575 euro)