Plan Condor. Il ruolo delle dittature militari e della CIA in America Latina

di Alberto Galvi

Il Plan Condor è stato eseguito durante le dittature militari in America Latina negli anni 70 e 80. Questa operazione è stata progettata dai servizi d’intelligence delle dittature militari di Brasile, Argentina, Cile, Bolivia, Paraguay e Uruguay, in collaborazione con la CIA (Central Intelligence Agency), per eliminare gli oppositori politici della sinistra di stampo marxista in quei paesi come i Tupamaros uruguayani e non solo.
La longa manus di Washington in questa vicenda è stata molto controversa, in particolare sul ruolo di alcuni esponenti della CIA. Lo scorso aprile il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha rilasciato 11 mila pagine di documenti sulle violazioni dei diritti umani commesse durante l’ultima dittatura militare in Argentina dal 1973 al 1985. Il materiale è stato fornito anche da 14 agenzie di sicurezza e intelligence statunitensi come l’FBI (Federal Bureau of Investigation), la CIA e il Pentagono.
Il Plan Condor ha permesso la collaborazione tra i principali caudillios dell’America Latina: il cileno Augusto Pinochet che fu il coordinatore dell’operazione, il boliviano Hugo Banzer, il paraguayano Alfredo Stroessner, il brasiliano Joao Figueredo, l’argentino Jorge Rafael Videla, l’uruguayano Juan María Bodaberry. La parte operativa consisteva nello scambio di informazioni tra le varie agenzie di intelligence sui dissidenti di ciascuno di codesti paesi. Inoltre gruppi organizzati si occupavano di operazioni sul campo a scopo di rapimento per portarli nel loro paese di origine o ucciderli sul posto o facendone sparire i corpi.
Queste operazioni sul campo venivano coordinate dai capi dei sistemi d’intelligence di quei paesi come il cileno Manuel Contreras Sepulveda del DINA (Dirección de Inteligencia Nacional), l’argentino Jorge Casas, del SIDE (Secretaría de Inteligencia del Estado). Gli altri partecipanti erano il capo di stato maggiore dell’esercito boliviano Carlos Mena, José Fons del coronel uruguayano e Benito Guanes Serrano del coronel paraguayano. Il Brasile partecipò solo come paese osservatore alla prima riunione della National intelligence il 28 novembre del 1975, successivamente partecipò ad altre attività repressive contro gli oppositori politici dei paesi membri.
Secondo la CIA anche Perù ed Ecuador sono diventati operativi nel Plan Condor. Il Perù ha portato avanti delle operazioni del Plan Condor durante la dittatura di Francisco Morales Bermúdez dal 1975 fino al 1980. Dal 1978 la partecipazione dell’Ecuador al Plan Condor sarebbe stata condotta durante la presidenza Roldó che morì a seguito di un disastro aereo nel 1981. Le operazioni venivano decise attraverso il comando centrale delle Forze Armate, che coordinava i diversi settori dell’esercito, della marina e dell’aeronautica.
In quegli anni il paraguayano Stroessner prese il potere nel 1954, fino al 1989. Nel periodo della dittatura Stroessner fu esiliato in Brasile e li processato e condannato per crimini contro l’umanità, morì nel 2006 a Brasilia. Il brasiliano Joao Figueredo fu prima a capo del SNI (Serviço Nacional de Informações) e poi fu eletto presidente nel 1979 fino al 1985, dietro designazione del presidente Geisel che governò il Brasile dal 1974 al 1979. Il Brasile è stato finora influenzato dalle sue Forze Armate che hanno impedito che nel paese sudamericano non ci sia stato nemmeno un condannato per crimini contro l’umanità tra il 1964, l’anno d’inizio del golpe e il 1985, quando finì il periodo della presidenza Figueredo.
Attraverso un colpo di Stato il colonnello Hugo Banzer prese il potere in Bolivia nel 1971 fino al 1978 con il sostegno dei partiti di destra FSB (Falange Socialista Boliviana) e MNR (Movimiento Nacionalista Revolucionario). Il cileno Augusto Pinochet ha sempre negato di aver preso parte al Plan Condor. Il dittatore cileno prese il potere con un golpe nel 1973 grazie all’appoggio degli Stati Uniti, rovesciò il regime di Allende, e governò il paese fino al 1990.
L’uruguayano Bordaberry attuò un colpo di Stato nel 1973 dopo che ebbe sciolto il Parlamento con il sostegno delle Forze Armate e governò l’Uruguay fino al 1976. Nel 2006 fu condannato a 30 anni di prigione per diversi crimini, morì a 83 anni nel 2011 agli arresti domiciliari nella sua casa di Montevideo. In Argentina Jorge Rafael Videla prese il potere nel 1976 fino al 1981, venne poi deposto dal generale Eduardo Viola, condannato per crimini contro l’umanità.
Nel periodo dell’ultima dittatura Argentina 30 mila persone tra uomini e donne furono uccise e torturate. Videla morì nella prigione di Marcos Paz di Buenos Aires nel 2013 all’età di 87 anni. Pinochet, Banzer, Stroessner e Bordaberry, morirono invece prima che potessero essere condannati. Secondo gli archivi segreti del Plan Condor, resi pubblici il 22 dicembre 1992, e scoperti dal Giudice José Fernández, si scoprì che in quegli anni ci furono 30 mila persone scomparse, 50 mila morti ammazzati e quasi mezzo milione di imprigionati dai servizi di sicurezza argentini, Bolivia, brasiliani, cileni, paraguayani e uruguayani.
In diverse parti del mondo organizzazioni per i diritti umani stanno ancora indagando su cosa sia realmente accaduto in quegli anni per fare giustizia su verità molto complesse. Un barlume di luce lo si è visto qualche giorno fa in Italia, con la sentenza della Corte d’appello di Roma, che ha condannato all’ergastolo per il Plan Condor 24 imputati, tra loro alcuni esponenti delle istituzioni, militari e funzionari di polizia, uruguayani, boliviani, cileni e peruviani, di cui 1 solo processato in Italia. Questi imputati sono stati accusati di aver ucciso durante il periodo delle dittature militari 23 italiani che vivevano in quei paesi.