Pomposo discorso di Kim Jong-un, il ‘Trota’ nordcoreano

di Enrico Oliari –

Continuano in Corea del Nord i festeggiamenti per il centenario della nascita di Kim Il-sung, il ‘Presidente eterno’, nonostante la clamorosa figuraccia del missile che, ufficialmente, avrebbe dovuto lanciare in orbita un satellite per l’osservazione delle inondazioni, ma che si è disintegrato poco dopo aver lasciato il suolo: nel corteo sfilato per le vie di Pyongyang era presente un missile di apparente nuova fattura, lungo una ventina di metri, ma che poco avrebbe a che fare con quello ancora in fase di studio la cui gittata sarebbe in grado di raggiungere gli Stati Uniti.
Così, mentre il popolo rimane perennemente sottoposto al rischio di carestia alimentare, il governo nordcoreano persevera nello sforzo bellico e nella pomposità delle manifestazioni con l’evidente pretesa di essere ciò che non è.
Faraonico discorso anche del presidente – dittatore Kim Jong-un, il ‘Trota’ in salsa nordcoreana, adulato come un semidio e ripreso dalle tv di Stato con la tipica aria spaesata e malinconica, forse dovuta alla delusione di non aver visto scoprire anche la sua statua al fianco di quelle giganti del padre e del nonno.
Nel debutto ufficiale davanti alla folla in festa (ovviamente mancavano le centinaia di migliaia di oppositori politici di ogni orientamento internati nei gulag), Kim Jong-un ha parlato per una ventina di minuti leggendo in toto quanto doveva dire, spaziando dall’idea “Juche”, il misto di confucianesimo e maoismo professato da Kim Il-sung, allo “’sviluppo dell’economia”, dal miglioramento della ”vita delle persone” al ringraziamento rivolto al ‘Presidente eterno’ per ”aver fondato 80 anni fa le rivoluzionarie Armate del Popolo”, all’origine della vittoria nella lotta d’occupazione contro la colonizzazione giapponese, impegno continuato dal padre Kim Jong-il attraverso i test nucleari e la produzione di missili balistici. Ha quindi chiesto una spinta collettiva per la ”vittoria finale”, con il meglio delle truppe nordcoreane schierate nell’enorme piazza.
E mentre la folla ordinata gli augurava lunga vita, come già faceva con i predecessori (comunque deceduti), ha voluto estendere il suo saluto ai  “nostri connazionali della Corea del Sud e al resto del mondo.. ” (invero ancora arrabbiati per la questione del missile che si è disintegrato qualche giorno fa) “… che si dedica al processo di riunificazione e alla prosperità delle nazioni”.