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Continua a suscitare polemiche la barriera “preventiva” in costruzione al Brennero da parte dell’Austria, dopo che il ministro dell’Interno Johanna Mikl-Leitner ha ipotizzato uno scenario di 300mila migranti in arrivo in Italia dopo la chiusura della rotta balcanica, conseguita all’accordo Ue-Turchia.
Tuttavia è oggi il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a lanciare l’allarme e a dire che “la rotta balcanica non è l’unica di cui dobbiamo preoccuparci: è allarmante vedere quanti migranti si preparano a utilizzare la rotta del Mediterraneo centrale: serve che mostriamo solidarietà all’Italia ora per evitare uno scenario come quello dei Balcani in futuro”. Di certo “il problema non si può affrontare nello stesso modo, prima di tutto perché la Libia non è la Turchia”.
Anche il generale Paolo Serra, consigliere militare dell’inviato Onu in Libia Martin Kobler, ha ravvisato in audizione al Comitato Schengen che “In Libia ci sono un milione di potenziali migranti”. Per questo è necessario “aiutare il Paese a ricostruire il tessuto economico, agricolo ed industriale, (così) queste persone non avranno più ragione di muoversi”.
Serra ha spiegato che il conflitto ha portato la produzione di petrolio da 1,8 milioni a 300 mila barili al giorno, cosa che ha aumentato la disoccupazione, soprattutto tra i migranti in quel paese.
Della questione ne ha parlato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con il premier del governo di unità nazionale libico Faye al-Serraj: al termine dell’incontro è stato comunicato in modo ufficiale che “I ministri degli Interni dei due paesi collaboreranno per lanciare un programma coordinato di lotta contro l’immigrazione illegale”.