Repubblica Dominicana. Il presidente Medina tra elezioni, turismo e avvicinamento alla Cina

di Albero Galvi

Il presidente della Repubblica Dominicana, Danilo Medina ha annunciato qualche giorno fa durante un discorso televisivo che non si candiderà alle prossime elezioni presidenziali, anche se in realtà non può farlo senza una riforma costituzionale che glielo permetta.
La decisione è maturata a fronte delle proteste perpetrate dalle opposizioni nelle ultime due settimane davanti al Congresso. L’attuale mandato di Medina è il risultato di una precedente modifica della legge costituzionale del 2015, che non consentiva la rielezione per 2 mandati.  
Medina è ora al suo secondo mandato come presidente della Repubblica e non avrebbe comunque i voti per far approvare la riforma Costituzionale necessaria per far passare la legge come è accaduto nel 2015, quando i deputati dell’opposizione non avevano abbastanza numeri per far bocciare la riforma.
Nella Repubblica Dominicana i principali partiti riconosciuti dalla JCE Junta Central Electoral) sono: il PLD (Partido de la Liberación Dominicana), che è il partito di maggioranza e il PRM (Partido Revolucionario Moderno), il più rappresentativo partito d’opposizione. Gli altri partiti tradizionali che sceglieranno i candidati attraverso le primarie sono: il PHD (Partido Humanista Dominicano) e il PLR (Partido Liberal Reformista). Nella Repubblica Dominicana 2 dei grandi partiti storici come il PRSC (Partido Reformista Social Cristiano) e il PRD (Partido Revolucionario Dominicano), si sono divisi al loro interno perdendo parte del loro consenso popolare.
Entro il 22 agosto dovranno essere depositati tutti i nominativi dei pre-candidati dei diversi partiti che si candidano per la presidenza della Repubblica, il Congresso e i comuni. Dopo le primarie del prossimo 6 ottobre, la JCE renderà noti i risultati l’11 ottobre e i candidati saranno proclamati vincitori il ​​16 ottobre.
Si svolgeranno poi le elezioni municipali il 16 febbraio del 2020, mentre le elezioni presidenziali e quelle politiche si terranno il 17 maggio dello stesso anno. Il prossimo 27 ottobre, i partiti che non partecipano alle primarie sceglieranno i propri candidati attraverso delle assemblee democratiche o attraverso dei sondaggi.
Al di là dei problemi elettorali un’altra questione interna che ha scosso negli ultimi mesi l’opinione pubblica dominicana è il crescente numero di visitatori statunitensi uccisi nel paese, vittime di attacchi ai resort turistici. Questi episodi preoccupano i lavoratori del settore, che impiegano in questo campo circa 300 mila persone.
Il ministero del Turismo della Repubblica Dominicana sta prendendo nuove misure sulla sicurezza nel tentativo di calmare le paure dei turisti che viaggiano sull’isola caraibica. Le misure includono maggior sorveglianza da parte delle forze dell’ordine negli hotel, con un maggior monitoraggio di chi entra e di chi esce dalle strutture turistiche, con l’ausilio di un apposito ufficio che risolva le situazioni di emergenza. Lo scorso anno circa 6,5 ​​milioni di turisti hanno visitato la Repubblica Dominicana, di cui 2,2 milioni erano statunitensi.
Precedentemente il turismo dominicano era stato minacciato dalla presenza dei rifiuti che invadevano le coste e le spiagge. L’aumento dei rifiuti avveniva soprattutto nella stagione dei tornado e delle tempeste tropicali in cui i fiumi si riempivano di detriti e di rifiuti, che attraverso il mare venivano depositati sulle spiagge. La vicenda adesso è tenuta sotto controllo grazie all’ausilio di volontari che puliscono le spiagge.
In compenso l’economia dominicana è cresciuta del 5,7% nel primo trimestre del 2019, anche se le disuguaglianze tra campagna è città generano ancora enormi disparità ed una estrema povertà tra la popolazione.  Il ministro dell’Economia, Isidoro Santana ha previsto che la crescita economica del paese sarà entro la fine dell’anno intorno al 5,5%.
Il settore turistico è invece in crescita nonostante gli episodi di violenza perpetrati nei confronti dei visitatori registrati negli ultimi mesi. Alla fine di marzo 2019, i turisti presenti nel paese erano 1.876.144, che aggiunti ai 380.699 escursionisti, superano i 2 milioni e 250 mila visitatori. Ad aiutare la crescita ci ha pensato anche il calo dei prezzi dei carburanti, che aiuta a creare un clima favorevole agli investimenti e a promuovere i consumi privati.
In questo suo ultimo mandato il presidente Medina ha deciso di cambiare il posizionamento della Repubblica Dominicana in politica estera. Dopo aver rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan, la Cina e il paese caraibico hanno stabilito nel maggio del 2018 nuove relazioni diplomatiche per rafforzare gli scambi commerciali tra i due paesi.
L’instaurazione dei rapporti diplomatici tra i 2 paesi ha preoccupato Washington che ha chiesto subito delle spiegazioni ufficiali al paese caraibico. Anche altri paesi dell’America Latina come El Salvador e Panama hanno smesso di riconoscere diplomaticamente Taiwan e hanno iniziato a stabilire rapporti commerciali con la Cina.
Gli Stati Uniti hanno accolto con favore l’annuncio del presidente dominicano Danilo Medina di non cercare una proroga a favore del rispetto dei valori democratici del paese e di non volersi presentare per la terza volta come candidato alle prossime elezioni presidenziali. L’ex presidente Hipólito Mejía del PRM si è invece detto favorevole a una modifica costituzionale che consenta al presidente Danilo Medina di candidarsi alle elezioni del 2024, oltre a unificare il processo elettorale che ora come ora dura molti mesi costando molto denaro ai contribuenti dominicani.