di Guido Keller –
Il premier Paolo Gentiloni si è visto ieri a Sochi, in Russia, con il presidente Vladimir Putin per discutere di relazioni bilaterali e di crisi internazionali, un incontro definito in conferenza stampa dal primo ministro “significativo e produttivo”.
Gentiloni ha proposto ancora una volta il ruolo dell’Italia quale ponte fra la Russia e l’occidente, ma resta il fatto che al G7 di Taormina, che si terrà fra una decina di giorni, non è stata invitata la Russia, come pure è stato fatto notare che l’Italia, che risponde ad un quadro europeo, non può sospendere autonomamente le sanzioni inflitte a Mosca per la crisi ucraina.
Nonostante questo i due leader hanno parlato del potenziamento della cooperazione economico-commerciale bilaterale, e già si registra una crescita della bilancia commerciale con quasi il +30% nei primi due mesi del 2017.
Accordi di cooperazione sono stati sottoscritti nel settore degli idrocarburi tra l’Eni e la Rosneft, tra lacune pmi che opereranno in join venture con aziende russe, tra l’Anas, la russa Avtodor e il Fondo russo per gli investimenti (Rdif) per la gestione di 300 km dell’autostrada Mosca-Rostov, e fra il Politecnico di Torino e l’università Gubkin di Mosca per la formazione di tecnici e ingegneri russi sempre nel settore degli idrocarburi.
I due hanno anche discusso delle crisi di Siria, Afghanistan e Libia, oltre che di lotta al terrorismo internazionale.
In particolare Putin ha reso noto che la Russia sosterrà il processo di pace con “i colleghi italiani e tutti coloro che sono interessati alla stabilizzazione, compreso l’Egitto”, e sui rapporti con l’Ue, “che non posso definire normali”, ha anche denunciato “l’eccessiva politicizzazione” di cui “bisogna sbarazzarsi” al fine di “ripristinare un’atmosfera costruttiva”.