RUSSIA. Meeting Valdai Club: ‘sistema politico deve cambiare’

TMNews, 7 nov 11 –

C’è chi pensa che sia già troppo tardi per veri cambiamenti in Russia, c’è chi crede che Vladimir Putin potrà stupire, e reinventarsi nelle vesti di `riformatore’: il meeting annuale del Valdai Club si è aperto oggi a Kaluga per un’ottava edizione chiamata a discutere di “Elezioni 2011-2012 e il futuro della Russia, scenari di sviluppo per i prossimi cinque anni”. Tra gli accademici, gli analisti, i giornalisti russi e internazionali riuniti ogni anno da Ria Novosti nessuno dubita del ritorno di Vladimir Putin al Cremlino con le presidenziali del prossimo marzo e i più prevedono un forte calo per il partito al potere, Russia Unita, alle legislative di dicembre. Ma il primo giro di opinioni corre sul filo di una convinzione comune, in particolare: impossibile che il premier pensi di tornare alla presidenza per altri sei anni (magari per 12, come permetterebbe la Costituzione) senza tentare di cambiare il sistema politico, sociale ed economico che ha accompagnato i suoi primi due mandati (dal 2000 al 2008) e la `parentesi’ della presidenza di Dmitri Medvedev. “L’economia è cambiata, la società sta cambiando. Di Putin si può dire molto, ma non che non sia intelligente. Lo sa che il `terzo mandato’ dovrà essere molto diverso dai primi due. Altrimenti saranno guai seri”, sintetizza un accademico che con il premier e prossimo presidente parla spesso. Al meeting circola la bozza di un rapporto commissionato dai vertici moscoviti, che a breve certificherà “l’invecchiamento del marchio” Putin e anche di Medvedev e, soprattutto, di Russia Unita. Lontani i tassi di popolarità plebiscitari dei primi due mandati, il premier non arriva al 50% e l’attuale presidente supera a malapena il 40%, e comunque si attesta sopra il rating del partito di maggioranza, a cui il premier ha ordinato di recente di arrivare almeno al 60%. L’analisi elaborata dal Fondo Elaborazioni Strategiche prospetta a medio termine due possibili scenari: uno di inerzia, con una classe media maggioritaria, ma debole, uno di proteste attive, con la stessa classe media in piazza a manifestare. “I russi stanno oggi meglio di 15 anni fa, hanno vissuto un periodo di significativa crescita economica, viaggiano di più, si stanno aprendo ad attività di protesta o comunque di critica – osserva Timothy Colton dell’Università di Harvard – Putin ha fatto anche cose buone, ma oggi in Russia c’è un sistema votato al controllo e al mantenimento della stabilità. La più grande minaccia che vedo per l’attuale sistema è far finta di fare cose e poi non fare niente”. “Putin ha saputo fermare la guerra di tutti contro tutti in seno all’elite russa, e oggi è l’uomo dell’elite, quello che garantisce ricchezza e potere, ma questo non significa che con il ritorno di Putin tutto possa restare così com’è”, sottolinea Olga Kryshtanovskaya, Direttore dell’Istituto per le politiche applicate, con 280 poubblicazioni all’attivo sulla classe dirigente in Russia. “Questo potere può cambiare? La mia risposta è sì”. Secondo Kryshtanovskaya, e non solo, lo status quo putiniano funzionerà ancora per poco e Putin lo sa bene. Tanto per cominciare, “serve un altro partito e sarà certamente creato”. Ma “per le prossime elezioni, non quelle di dicembre, quelle del 2016, la classe al potere deve prepararsi davvero bene, perché non ci sarà più spazio per manipolazioni”. Non è d’accordo sulla capacità di rinnovamento del sistema e tantomeno sulla prospettiva temporale Vladimir Ryzhkov, figura degna di nota della sempre evanescente opposizione russa. “Io voglio che cambi tutto, e in fretta, io giro il Paese e c’è una dinamica molto negativa contro Putin e Russia Unita. Il 70% della gente non si aspetta libere elezioni a dicembre. Questa elite politica sarà legittimata da questo voto? No”, decreta il presidente del movimento `Scelta della Russia’. “Questo è un sistema politico falso. E, vi assicuro, non ho mai visto tanta gente contro”.