Si allarga la protesta in india dopo la violenza su una studentessa di medicina

di Guido Keller –

Quello che in India sembrava un caso di cronaca nera, in cui una studentessa di medicina di 28 anni è stata selvaggiamente violentata e picchiata da sei uomini ubriachi, sta assumendo sempre più di contorni di una protesta popolare: da una settimana, infatti, sono in corso violente proteste in diverse città del paese asiatico ed in particolare a Nuova Delhi, dove la folla ha sfidato il divieto di raduno imposto dalle autorità per cui si è trovata costretta ad impiegare cannoni ad acqua e manganelli, in particolare nelle aree vicine alla sede presidenziale ed ai palazzi governativi.
“Siamo qui per dimostrare contro un crimine odioso, abbiamo il diritto di protestare”, dicono i manifestanti, i quali sfidano la sezione 144 del Codice penale, tirata fuori dalle autorità all’uopo, che vieta il raduno di più di cinque persone contemporaneamente.
Nelle varie proteste di questi giorni la polizia ha usato la mano pesante arrivando così a veri e propri scontri, durante i quali sono stati impiegati anche gas lacrimogeni ed sono stati arrestati diversi manifestanti;  una delegazione delle donne che si sono unite alla protesta al grido di “vogliamo giustizia!”, molte delle quali sono rimaste ferite nei disordini, è ricevuta sabato scorso dalla leader del partito del Congresso Sonia Gandhi, mentre il parlamento ha deciso di legiferare su iniziative volte a garantire la sicurezza delle donne nelle città indiane.
Cinque uomini sospettati di aver preso parte all’efferata violenza sulla studentessa di medicina sono stati arrestati immediatamente dopo il fatto, mentre un sesto è stato fermato venerdì scorso.