SIRIA. Gli jihadisti dell’Isil obbligano 600 curdi alla fuga

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siria isilL’Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino alle opposizioni e con sede a Londra, ha reso noto oggi che circa 600 siriani di etnia curda sono stati costretti dagli jihadisti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) a lasciare il loro villaggio, nella provincia settentrionale di Raqa.
Da quanto si è appreso i miliziani dell’Isil, gruppo vicino ad al-Qaeda che si oppone ad al-Assad, hanno sequestrato qualche giorno fa decine di curdi della zona per poi rilasciarli ed obbligarli, sotto minaccia, a lasciare le loro case. 500 di loro hanno trovato rifugio in Turchia, mentre un centinaio nelle città e nei villaggi vicini.
L’azione dell’Isil non rappresenta una novità: il 5 dicembre scorso gli jihadisti hanno rapito una cinquantina di curdi nelle città di Minbej e Jarablus, nella provincia di Aleppo, com’è avvenuto in luglio quando ad essere rapiti sono stati circa 200 civili curdi nelle città di Tal Aran e Tal Hassel.
Il 16 ottobre scorso è stato di 41 morti il bilancio dei combattimenti nella provincia di al-Hasakeh, nella parte nord-orientale della Siria, sempre fra i curdi e i guerriglieri dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, mentre in agosto gli jihadisti sono entrati in conflitto con i curdi per cercare di strappare loro il controllo dei check-point a nord del paese.
Visti i successi nella lotta contro gli jihadisti, i curdi del nord-est della Siria hanno annunciato in novembre la nascita di un governo provvisorio: la decisione è stata presa presso la città di Qamishli, vicino al confine con la Turchia.