Siria nord-occidentale: due milioni di sfollati temono un altro inverno difficile

Operatrice MSF, 'Vediamo ancora bambini indossare vestiti estivi e girare senza scarpe'.

di Maurizio Debanne * –

L’inverno sta arrivando nel nord-ovest della Siria, dove si contano più di 2 milioni di sfollati interni, per la maggior parte donne e bambini. Nei campi, le dure condizioni di vita e l’accesso limitato a rifugi, servizi igienici, cibo, acqua ed assistenza sanitaria, diventano ancora più insostenibili durante l’inverno. Tende bucate, strade infangate e temperature gelide contribuiscono a deteriorare ulteriormente la salute fisica e mentale delle persone.
Le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) distribuiscono vestiti e coperte a circa 3.000 famiglie in 18 campi e hanno provveduto all’isolamento termico di 3.900 tende che evita allagamenti e offre un adeguato riparo dalle temperature estreme.
“I campi, situati in aree montuose, sono esposti a venti forti e precipitazioni intense durante l’inverno” spiega Ousama Joukhadar, responsabile per la logistica di MSF. “Ogni anno, le tende devono essere attrezzate per prevenire le infiltrazioni delle piogge. I campi situati in zone pianeggianti sono meno esposti al vento ma spesso sono gravemente danneggiati dalle inondazioni”.
Mentre i bisogni umanitari crescono a causa del conflitto ancora in corso, i fondi per gli aiuti diminuiscono, facendo ritardare le attività in contrasto agli effetti dell’inverno. Secondo le Nazioni Unite servirebbero almeno 210 milioni di dollari statunitensi per soddisfare i bisogni primari di più di tre milioni di persone, tra residenti e sfollati interni. Ciononostante, solo il 23 per cento dei fondi è attualmente disponibile.
“Quest’anno abbiamo lavorato duramente per completare le attività prima dell’inizio della stagione invernale” spiega Yasser Kamaledin, capomissione di MSF in Siria. “ Le protezioni dalle fredde temperature e le piogge hanno un effetto immediato nella popolazione e il tempo è un fattore essenziale per questo intervento. Se fatto in inverno, è già troppo tardi”.
Ogni anno, MSF è testimone degli effetti dell’inverno sulla salute della popolazione sfollata che rischia di contrarre malattie respiratorie, soffrire di congelamento, avere complicazioni legate all’inalazione di fumo e procurarsi ustioni causate dagli inadeguati metodi di riscaldamento. Durante l’autunno e l’inverno dell’anno scorso, nel campo di Deir Hassan, MSF ha notato un aumento del 30 per cento delle malattie respiratorie, già prima che il Covid-19 arrivasse in Siria.
Per questo MSF svolge anche attività di promozione della salute sulle principali malattie stagionali e promuove i servizi offerti dalle cliniche mobili. “Abbiamo visto bambini indossare vestiti estivi e non indossare nemmeno le scarpe, mentre fuori si gelava” ha detto Shatha Folfola, responsabile della promozione della salute di MSF, al termine di una attività svolta in un campo a fine novembre.
Due anni fa, Ahmad è stato costretto a fuggire dai bombardamenti nel nord-ovest della Siria con la sua famiglia. Oggi, insieme ai suoi 5 bambini, è bloccato in una tenda di fortuna senza soluzioni a lungo termine all’orizzonte. “ Vivo qui, in questa tenda, con la mia famiglia, da due anni. Qui dentro ho mangiato, dormito, cucinato, mi sono lavato, tutto faccio qui dentro” dice. Ahmad teme oggi un altro inverno rigido. “Abbiamo passato l’inferno quest’estate a causa del caldo. Ma l’inverno non sarà migliore. Mio figlio soffre continuamente di mal di pancia e raffreddore. L’altro giorno aveva 40 di febbre, ma non ci possiamo permettere di portarlo dal dottore”.

MSF in Siria.
Nell’ultimo decennio del conflitto, MSF si è costantemente adattata al contesto siriano per rispondere ai diversi bisogni medico-umanitari, dalle cure traumatologiche ai servizi materno-infantili alle campagne di vaccinazione per prevenire la diffusione di malattie letali.
Attualmente, MSF supporta 8 ospedali nel nord-ovest della Siria, tra cui un’unità per il trattamento delle ustioni, 12 centri che forniscono cure primarie, un sistema di 5 ambulanze dedicate per il trasferimento dei pazienti e 14 cliniche mobili in azione in oltre 80 campi per sfollati. MSF conduce inoltre attività di promozione dell’igiene e dell’uso dell’acqua in quasi 90 campi in tutto il nord-ovest del paese. Negli ultimi 3 mesi, sono stati attivati 7 centri di isolamento e trattamento Covid-19 ed un centro per il trattamento per le malattie respiratorie. Nei campi sfollati, MSF gestisce le cliniche mobili per fornire tamponi e distribuire kit di prevenzione contro il Covid-19.
Nel nord-est del paese, team MSF supportano le vaccinazioni di routine in 12 punti diversi e forniscono acqua e servizi di assistenza nutrizionale e sanitaria di primo livello alla popolazione del campo di al-Hol.

* Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.