SIRIA. Onu, ‘soldati giustiziati se non sparano a civili’

Ansa, 11 ago 11 –

di Matteo Bosco Bortolaso / A Hama, la citta’ ribelle al regime siriano di Bashar al Assad, ”centinaia di carri armati sono ancora presenti, nella citta’ e attorno ad essa”. Lo sostiene un rapporto del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon – letto ieri al Consiglio di Sicurezza in una sessione a porte chiuse – in cui si afferma anche che militari siriani che rifiutano di sparare contro i civili vengono giustiziati dai commilitoni. Nel documento, ottenuto dall’ANSA, si legge che ”l’operazione militare iniziata il 31 luglio e’ continuata, accompagnata da arresti su vasta scala”. Il rapporto parla anche di ”notizie che truppe e carri hanno iniziato a ritirarsi”. Il rapporto sostiene che, oltre a Hama, le citta’ piu’ colpite negli ultimi giorni sono state Dayr az-Zor, dove e’ stato registrato l’arresto di molti civili e ”leader tribali”, e Homs, dove c’e’ stato un ”mix di proteste pacifiche e scontri con le forze di sicurezza”. L’Onu ha registrato nuovi raid anche in due villaggi della provincia di Idlib, vicino al confine turco, oltre che scontri e proteste in localita’ nei dintorni della capitale Damasco. Aleppo, la seconda citta’ della Siria, ”rimane ampiamente calma”. Nel documento si sostiene anche che i soldati siriani che si rifiutano di sparare ai civili vengono giustiziati da altri militari. ”Secondo alcune notizie che abbiamo avuto, le forze di sicurezza (siriane), appoggiate da milizie civili favorevoli al governo, chiamate Shabiha, hanno sparato a soldati che si sono rifiutati di sparare ai civili”. Il rapporto, messo a punto dal dipartimento per gli affari politici del Palazzo di Vetro, ha raccolto le testimonianze di militari che hanno abbandonato il regime, i quali sostengono che l’ordine e’ di ”sparare per uccidere” i manifestanti. Secondo il rapporto ”sono stati usati proiettili, e non colpi a salve, contro civili non armati, anche da parte di cecchini appostati sui tetti”. Nelle ”aree densamente popolate dai civili – continua il documento preparato dal segretario generale – sono stati dispiegati carri armati ed artiglieria pesante”. Il documento e’ stato letto da uno dei responsabili del dipartimento degli affari politici, Oscar Fernandez Taranco. Alla fine della riunione di ieri e’ riemersa la spaccatura che ha diviso per mesi il Consiglio di Sicurezza: da una parte gli occidentali chiedono a Damasco di fermare le repressioni, dall’altra i Paesi della ”linea morbida” cercano il dialogo con il regime.