SOMALIA. Conferenza internazionale Istanbul per via di uscita crisi

Ansa, 31 mag 12 –

La Comunita’ internazionale torna domani a Istanbul al capezzale della Somalia, la grande ‘crisi dimenticata’ del Corno d’Africa, segnata da 20 anni di sanguinosa guerra civile e colpita l’anno scorso da una brutale carestia. Nella megalopoli del Bosforo si riuniscono i rappresentanti politici di 54 paesi – per l’Italia il ministro degli esteri Giulio Terzi – per cercare di delineare le condizioni di una uscita durante l’estate dall’attuale fragile fase di transizione verso una ipotetica stabilizzazione del paese. La Seconda Conferenza di Istanbul sulla Somalia (dopo quella del 2010) sara’ copresieduta dal segretario generale Onu Ban ki-Moon e dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, il cui paese ha assunto un ruolo di primo piano negli ultimi due anni per la soluzione della crisi della Somalia, un paese come la Turchia a maggioranza musulmano sunnita. Alla riunione politica della Conferenza – preceduta oggi da una sessione tecnica aperta dal vicepremier turco Bekit Bozdag – sono attesi anche il presidente e il premier somali di transizione Sheik Sharif Ahmed e Abdiwell Mughammed Ali, il capo della diplomazia britannica William Hague, il segretario dell’organizzazione degli stati islamici (Oci) Ekmeleddin Ihsanoglu e il presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua) Jean Ping. Dalla caduta del presidente Siad Barre nel 1991 la Somalia e’ teatro di scontri fra signori della guerra in lotta per il controllo del paese. Negli ultimi anni e’ scattata una offensiva delle milizie islamiche integraliste shebah, che hanno preso il controllo di buona parte del paese. La loro aree di influenza e’ stata pero’ ridotta da un intervento di Etiopia e Kenya nel 2011. A Mogadiscio le autorita’ della transizione appoggiate dalla comunita’ internazionale si sorreggono sulla presenza della Missione dell’ Unione Africana per la Somalia (Amisom). La fase di transizione dovrebbe concludersi il 20 agosto, dopo la formazione in giugno e luglio di istituzioni ‘regolari’ (assemblea costituente e parlamento designati dai principali clan del paese) e l’adozione di una costituzione, con l’elezione del nuovo presidente della repubblica somala. La situazione nel paese rimane pero’ precaria. Alla conferenza di Istanbul non partecipano le autorita’ delle due regioni somale, il Somaliland e il Puntland, che si sono autoproclamate autonome. Secondo i dati pubblicati oggi dal quotidiano turco Hurriyet, la guerra civile in 20 anni ha fatto fra 500mila a 1,5 milioni di morti, 800mila profughi e 1,5 milioni di sfollati su una popolazione totale di 9,5 milioni. La speranza di vita media e’di 50 anni e un bambino su quattro muore nei primi cinque anni di vita.