Sudan e Sud Sudan verso l’accordo sul petrolio

di Giacomo Dolzani –

Si è concluso da pochi giorni il summit ad Addis Abeba, che ha visto coinvolti Sudan e Sud Sudan nel tentativo di risanare le tensioni tra i due stati e stabilire nuovi accordi sui temi che hanno portato i due paesi ad arroccarsi su posizioni contrapposte.
Le questioni erano principalmente tre: la definizione dei confini, la libera circolazione delle due popolazioni e la gestione delle risorse petrolifere.
Le prime due sono state risolte senza troppi problemi, ora i confini sono chiari e la popolazione ha il diritto di varcare senza problemi la frontiera tra i due stati, almeno ufficialmente.
La questione petrolifera è stato però il vero problema: il Sud Sudan, ricco di oro nero, non ha sbocchi sul mare e gli unici oleodotti passano nel territorio controllato da Khartoum, il quale esige una tassa di trentadue dollari per ogni barile transitato attraverso i suoi oleodotti, mentre Juba è disposta a pagarne solo uno, fatto questo che ha rischiato di far precipitare la situazione con i due paesi sull’orlo di una guerra.
Il governo Sud Sudanese aveva infatti, poco tempo fa, interrotto l’estrazione di greggio nel tentativo di danneggiare Khartoum, aumentando di conseguenza la tensione tra i due contendenti e generando preoccupazione in tutta la comunità internazionale, la quale ha spinto i due ad incontrarsi in Etiopia.
Proprio per evitare altri incidenti, all’inizio di aprile, Juba ospiterà un vertice tra i due paesi in cui si cercherà di arrivare ad un accordo condiviso, intesa che consentirebbe la ripresa dell’attività estrattiva del Sud Sudan nei prossimi mesi.
Il ministro degli Esteri sudanese Ali Karti, infatti, ha dichiarato che i due presidenti Salva Kiir (Sud) e Omar al Bashir (Nord) si incontreranno per firmare gli accordi raggiunti al summit di Addis Abeba e per “mettere fine alla disputa sul petrolio”, come ha dichiarato Atif Kirr, portavoce del Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan, al potere a Juba, che ha inoltre affermato che “il summit porterà nuova fiducia per la soluzione di tutte le differenze” e che “il Sud Sudan è pronto ad accogliere Bashir per la prima volta dalla proclamazione dell’indipendenza”.