“The Lebanese Oil and Gas Initiative”

di Giuliano Bifolchi * –

lebanese oil initiativeIl Libano si trova davanti una sfida cruciale per la propria economia nazionale e per il proprio sviluppo rappresentata dalla gestione e sfruttamento delle risorse di gas naturale e petrolio di cui dispone; problemi quali l’elevata corruzione, la carenza di personale specializzato nel settore dell’energia e la debolezza dell’apparato legislativo possono infatti costituire degli ostacoli per lo sfruttamento dei depositi energetici e per la crescita del paese.
Un gruppo di studiosi ed esperti libanesi del settore energetico ha quindi deciso di dare vita ad una organizzazione non governativa dal nome The Lebanese Oil and Gas Initiative (LOGI, pagina ufficiale ), il cui obiettivo è quello di creare un network formato da esperti nel campo energetico, economico, legislativo e sociale utili nel formare i cittadini libanesi e la classe dirigente sulla tematica della gestione e dello sfruttamento degli idrocarburi. Alla base di un simile progetto vi è la paura di vedere nel breve futuro un Libano dove le rendite energetiche siano utilizzate in maniera errata e possano ad esempio finanziare i partiti politici aiutando a mantenere loro il potere contro la democrazia, oppure minaccino la sicurezza del paese causa le violenze ed i conflitti derivanti dalla gestione delle risorse naturali. Ulteriore timore da parte dei fondatori di LOGI è quello di vedere il paese mediorientale assolutamente dipendente dalle esportazioni energetiche rendendolo quindi “schiavo” del mercato energetico e delle possibili crisi ad esso legate.
Karen Ayat, esperta di sicurezza energetica della regione del Mediterraneo Orientale (cfr. Notizie Geopolitiche, “Il mercato energetico del Mediterraneo Orientale: intervista a Karen Ayat, analista geopolitica“), tra i membri fondatori di LOGI, interpellata dalla nostra testata in merito alla costituzione della NGO, ha evidenziato come in un recente studio focalizzato sulla reale conoscenza dei cittadini libanesi del settore degli idrocarburi nazionale, esistono dei reali limiti e delle lacune le quali necessitano di essere colmate. Il video promosso da LOGI evidenzia soltanto alcune delle errate o parziali percezioni che i libanesi hanno del proprio settore energetico (è possibile visionare il video su YouTube) e quindi la volontà della NGO di base a Beirut è quella di informare i cittadini libanesi ed influenzare i decision-makers sugli aspetti chiave che caratterizzano l’industria del petrolio e del gas naturale del Libano con l’obiettivo finale di massimizzare i benefici economici e sociali e ridurre i rischi alla sicurezza e stabilità del paese.

Il settore degli idrocarburi del Libano.
Il Libano ha adottato la Offshore Petroleum Resources Law nell’agosto del 2010 (Legge 132) la quale prevede la struttura legale ed istituzionale per l’esplorazione e lo sfruttamento degli offshore delle risorse di petrolio e gas naturale del paese. Nell’aprile del 2012 il Libano ha rilasciato il Decreto 7968/2012, creando la Lebanese Petroleum Administration (LPA) come corpo responsabile per la gestione, il monitoraggio e la supervisione delle attività petrolifere, includendo il rilascio di licenze e l’implementazione degli accordi. Nel dicembre dello stesso anno il Governo ha anche nominato i sei membri della LPA e nel febbraio 2013 con il Decreto 10289/2013 sono state istituite le linee guida basilari per il settore degli idrocarburi nazionale attraverso la fissazione delle Petroleum Activities Regulations.
Nel 2013 era stato avviato un processo di pre-qualificazione che aveva attirato gli interessi dei grandi operatori energetici mondiali (Total, Eni, Shell, Statoil, Chevron, ExxonMobil) per un totale di 46 compagnie iscritte, tra cui 12 operatori. A fronte di un grande appeal esercitato dal Libano tramite la pre-qualificazione, il Governo ha fallito la possibilità di lanciare la prima licenza posticipando il tutto a causa della inabilità di emanare due decreti fondamentali per le gare di appalto degli offshore libanese, ossia quello inerente la delimitazione dei blocchi aperti alle offerte di mercato e di una relativa area di libero scambio e quello inerente il modello per i futuri Exploration and Production Agreements (EPA). Ragione principale di questo fallimento è stata l’instabilità politica del paese ed il fallimento nell’eleggere un nuovo presidente.
La speranza del Libano quindi è quella che il paese sia abile nell’emettere i decreti ancora in stand-by nell’arco del 2015 in modo da favorire l’apertura delle esplorazioni all’interno dei depositi e dei giacimenti. Non è possibile stimare il tempo necessario alle esplorazioni per poter scoprire il reale ammontare delle risorse sfruttabili ed estraibili; secondo le stime previste da Karen Ayat, il Libano sarà in grado di raggiungere uno stadio di produzione in un tempo di almeno 10 anni. Un esempio sono stati i vicini paesi di Israele e Cipro i quali hanno ricercato il gas per un tempo prolungato e, seppure hanno già raggiunto scoperte di importante livello, il processo di esportazione sta richiedendo un tempo maggiore di quello previsto.
Le sfide per far divenire il Libano un produttore di idrocarburi sono molteplici e tra le principali attualmente ci sono proprio l’aver posticipato l’assegnazione del bando di gara e la scarsità di implementazione del progetto a cui si uniscono, secondo quanto affermato da Bassam Fattouh, direttore dell’Oxford Institute for Energy Studies, le dispute di frontiera con lo Stato di Israele e la Siria le quali potranno rallentare anche il più risoluto ed unito Governo libanese.
La sfida raccolta quindi da LOGI è quella di accelerare questi processi attraverso una campagna di sensibilizzazione e attraverso la formazione dei cittadini e degli attori politici.

*Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti ed Energia, laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT). Collabora presso diverse testate giornalistiche o centri studi (Notizie Geopolitiche, ASRIE – Associazione di Studio, Ricerca ed Internazionalizzazione in Eurasia ed Africa, Eurasia – Rivista di Studi Geopolitici, 2duerighe.com, Analisi Difesa). E-mail g.bifolchi@notiziegeopolitiche.net Twitter: @BiGiuls37