Transnistria. La minaccia a sud-ovest di Kiev

di Carmine Stabile

Da più di un anno continuano gli incessanti attacchi del Cremlino su tutta l’Ucraina e il presidente Volodymyr Zelensky cerca di instaurare legami sempre più forti in Europa occidentale. Dall’ultima visita in Germania alla presenza del cancelliere federale Olaf Scholz e del presidente Frank-Walter Steinmeier, l’Ucraina acquisisce un pacchetto di aiuti militari dal valore di 2,7 miliardi concernenti mezzi da combattimento, carri armati, sistemi antiaereo e droni. L’Ucraina non abbassa la guardia, vista la sua vulnerabilità lungo le linee di confine. È minacciata a nord dalla Russia e dalla sua alleata Bielorussia, ad est sempre dalla Russia e infine a sud-ovest dall’area della Moldavia. Questa presenta una falla lungo le linee di confine, ossia un’insidia filo-russa al confine: la Transnistria.
La Moldavia è uno specchio di terra dell’Europa dell’est, racchiuso tra Romania e Ucraina. Nel 1991 ottenne la sua indipendenza dall’URSS. I territori di maggioranza russa e ucraina ubicati ad est del Nistru (nome russo Dnestr) e i territori gagauzi del sud si autoproclamarono “Repubbliche Indipendenti” di Transnistria e di Gagauzia. Nel 1993 con la Transnistria prese piede un sanguinoso conflitto che iniziò quando venne istituita una forza di peacekeeping mista tra la Russia, la Transnistria e la Moldavia.
Sul fronte della politica estera, nel 1994 ci fu l’attuazione di una strategia di avvicinamento al mondo occidentale, con la firma di adesione a marzo al programma di partnership per la pace della NATO e a novembre con la stipula di un accordo di cooperazione economica con l’Ue. Nel 1999 la Moldavia si trovò in un vortice economico disastroso, che vide la sospensione dei crediti da parte del FMI (Fondo Monetario Internazionale).
Gli USA nel 2011, con Joe Biden all’epoca vicepresidente, apportarono un segnale di sostegno inerente: l’integrazione all’interno dell’Ue e la risoluzione del conflitto con la Transnistria, rispettando i canoni di sovranità e integrità territoriale.
La Transnistria è nota in maniera ufficiale con il nome di Repubblica Moldava di Pridniestrov (Pridnestrovskaja Moldavskaja Respublika), con capitale Tiraspol.
Il problema geopolitico della Transnistria, risiede nella necessità da parte della Russia di mantenere ancora qualche forma di controllo sulla Moldavia, nonché un proprio contingente militare al confine con il futuro versante sudorientale dell’Ue e della NATO, viste da tempo le pressioni occidentali che sembrano soffocare la Russia.
A Roma il 1 dicembre 1993 si riunì il Consiglio dei ministri della CSCE, che si pronunciò con uno statuto speciale per la Transnistria nell’ambito dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale della Moldavia, esigendo il ritiro completo della quattordicesima armata russa, nonché motivo di destabilizzazione all’interno della regione. Nel 1999 fu siglato al vertice OCSE di Istanbul un accordo per l’evacuazione e il disfacimento dell’ex arsenale sovietico ancora presente in Transnistria.
Nel 2003 la Russia propose un progetto attraverso il memorandum Kozak, nel quale indicava ai due governi disputanti di Chişinău e Tiraspol un espediente alla risoluzione della crisi, passando attraverso un referendum costituzionale indirizzato alla creazione di una Repubblica Federale di Moldavia composta da Transnistria, Gagauzia e Moldavia, sorretta da un Parlamento bicamerale. La risposta del fronte “angloamericano” non si fece attendere, infatti nel gennaio del 2004 l’OCSE propose un piano di federalizzazione della Moldavia, riconoscendo alla Transnistria lo statuto di soggetto della Federazione con una propria Costituzione, un presidente, un Parlamento bicamerale e la piena sovranità in materia finanziaria; tuttavia i due governi contrapposti di Tiraspol da un lato e di Chişinău dall’altro, ritennero tale scenario di gran lunga inferiore rispetto alla proposta Kozak maturata dalla Russia.
Il Cremlino sostiene da anni l’economia della Transnistria attraverso le forniture gratuite di gas, con l’intento di creare un satellite di controllo sulla NATO, continuando ad ammassare incessantemente un numero elevato di militari per tenersi di stanza ai bordi del territorio europeo.
Ad oggi, osservando la Transnistria, è possibile notare vari aspetti quali la sua ubicazione geografica strategica, il suo allineamento con Mosca e la presenza all’interno del territorio di truppe russe, giocano un ruolo rilevante sugli equilibri del conflitto ucraino, fungendo da spina nel fianco, qualora da alleata russa decidesse di intensificare da sud-ovest gli attacchi all’Ucraina.