TRIBUNA – Le promesse di Holland, viaggio fra il reale e l’impossibile

di Mabrouk Bouchoucha –

Già dal momento in cui il Partito socialista francese si era presentato alla competizione elettorale, erano piovute sui francesi le molte promesse del candidato, ora presidente, Francois Hollande, come fosse un programma specifico e ben delineato.
Aveva parlato di opporsi alla discriminazione attuata da Sarkozy, garantendo agli stranieri residenti in Francia miglioramenti sotto tutti gli aspetti, in particolare quello lavorativo e quindi salariale e di intervenire nella politica internazionale con la considerazione della Primavera araba, la chiusura delle prigioni dove viene praticata la tortura ed il carcere disumano come a Guantanamo ed il rientro delle truppe francesi dall’Afghanistan.
Salito al potere, tuttavia, tali promesse sembrano essere cadute nel vuoto perché irrealizzabili sia sul piano interno che esterno, cosa che era capitata anche con Obama negli Stati Uniti.