Trump blocca i cittadini di 7 paesi, ma il terrorismo arriva da altri. E sono alleati!

di Ehsan Soltani –

Il presidente Usa ha firmato due decreti esecutivi per “tenere fuori dall’America i terroristi” e per far crescere la potenza militare degli Stati Uniti. Il decreto presidenziale sospende per tre mesi l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sette “paesi musulmani” al fine di “evitare l’entrata nel paese di terroristi stranieri”. I Paesi sono Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen.
Ma è davvero possibile “tenere fuori i terroristi” intendendo l’entrata ai cittadini provenienti da tali paesi?
Negli attentati dell’11 settembre ben quindici dirottatori provenivano dall’Arabia Saudita, due dagli Emirati Arabi Uniti, uno dall’Egitto e uno dal Libano, tutti paesi che non compaiono nella lista di Trump. Nel luglio 2016 la Commissione 11 Settembre del Congresso degli Stati Uniti ha pubblicato 28 pagine dell’inchiesta sugli attentati alle Torri Gemelle, documento in cui sono contenuti i nomi di coloro che hanno avuto contatti, in forma diretta o indiretta, con i dirottatori prima degli attacchi. Alcuni erano diplomatici sauditi, ben cinque le principali figure.
Nel File 17 la commissione afferma che “al-Bayoumi ha forti legami con il governo saudita e nella comunità musulmana di San Diego. Sospettiamo possa essere un ufficiale dell’intelligence saudita”. La Commissione 11 Settembre supporta tale teoria riportando alcuni interrogatori. al-Bayoumi è stato ufficialmente impiegato della Ercan, una filiale della Saudi Civil Aviation Administration. (1)
Nel settembre 2016 ii Congresso degli Stati Uniti ha approvato la legge Jasta (Justice Against Sponsors of Terrorism Act), la quale permette ai cittadini statunitensi di chiedere al Governo dell’Arabia Saudita un risarcimento per gli attentati dell’11 settembre 2001, per il suo presunto coinvolgimento nella tragedia.
Riyad ha tuttavia minacciato il ritiro i circa 750 miliardi di dollari di asset negli Usa oltre a vendere centinaia di miliardi di dollari di titoli del debito sovrano Usa. (2)
Il 7 gennaio 2015 l’attentato alla sede di Charlie Hebdo è stato rivendicato da al-Qaeda nella Penisola Arabica (Aqpa), branca yemenita dell’organizzazione stessa. (4) Quasi un anno dopo, nel febbraio 2016, sono stati pubblicati alcuni reportage che mostravano al-Qaeda dello Yemen essere parte della ‘’coalizione militare araba’,’ guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen, e che l’Arabia Saudita appoggiava tale organizzazione militarmente contro i ribelli Houthi per conquistare la città Taiz. (5)
In seguito agli attentati dell’11 settembre, vi è stata la “guerra al terrorismo” dell’ottobre 2001 in Afghanistan, il cui scopo era quello di distruggere al-Qaeda e talebani. Il conflitto ha avuto inizio dopo che i talebani hanno rifiutato l’ultimatum del presidente Usa che aveva chiesto loro “di consegnare tutti i leader di al-Qaeda in Afghanistan”. I jihadisti talebani hanno così combattuto contro la Nato in Afghanistan e hanno ucciso numerosi soldati della coalizione internazionale. Nonostante questo dal 2013 i talebani ufficialmente hanno annunciato di aver aperto un “ufficio politico” a Doha, capitale del Qatar, paese che ospita personalità dei talebani e che dà contributi alle loro famiglie lì residenti. (6)
Doha anche ospita anche alti membri di Hamas, organizzazione palestinese che gli Stati Uniti riconosce come terroristica; gli esponenti di Hamas hanno avuto per diverse volte diverse colloqui con l’emiro del Qatar, Sheikh Hamad Bin Khalifa.
Il legame tra la monarchia qatarina e Hamas si è consolidato dopo il 2013, quando Damasco ha rotto i rapporti con l’organizzazione palestinese e dopo le altre tensioni con l’Iran, che ha interrotto gli aiuti economici. (7)
Il Qatar in Libia ha sostenuto i jihadisti e ha fatto in modo che da Doha partissero armi per i “ribelli libici” che hanno operato per la deposizione del colonnello Gheddafi. Nel 2013 il New York Times 2013 ha pubblicato un reportage in qui veniva spiegato che gli armamenti dell’esercito libico erano arrivati come aiuti del Qatar in Siria, nelle mani dei jihadisti. (8)
In questi anni si è parlato molto della Turchia (secondo esercito della Nato) e degli aiuti militari e economici inviati da Ankara ai jihadisti in Siria. Basta leggere uno dei tanti reportage dell’Hurriyet (uno dei più diffusi quotidiani della Turchia), che parla di 10mila cittadini turchi che dal 2014 con loro famiglia hanno lasciato il paese e sono divenuti membri anche di rilievo del’Isis in Iraq e in Siria. Serhat Erkmen, ricercatore che si occupa di gruppi terroristici, ha detto che “centinaia di famiglie turche con i bambini sono andate a vivere in Raqqa, Mosul e Tal Afar, città sotto il controllo dello Stato Islamico… a tale scopo sono stati aiutati dai loro fratelli jihadisti e attualmente sono diventati comandanti del’Isis e di altri gruppi jihadisti nelle zone al confine con la Turchia. Migliaia di queste persone sono passate dai posti di confine controllati dall’esercito”. (9)
Dove andranno queste decine di migliaia di persone nel momento in cui crollerà lo Stato Islamico in Siria e in Iraq, se non nel loro paese?
Tornando agli Usa c’è da osservare che in nessuno dei numerosi attacchi terroristici degli ultimi 20 anni, tra i quali la strage di San Bernardino, quella alla chiesa di Charleston e al club di Orlando, sono stati coinvolti terroristi dei 7 paesi della lista di Trump, mentre si è trattato di caucasici e di cittadini di altri paesi arabi.
Tali considerazioni non significano che gli Stati Uniti debbano imporre restrizioni ai cittadini i Turchia e Qatar, bensì che la lista di Trump appare grossolana e di debole propaganda, basti pensare che in Iraq vi sono 5 milioni di curdi che per anni hanno sofferto il terrorismo, hanno combattuto contro i terroristi e oggi non possono entrare negli Stati Uniti.
Senza dubbio questo decisione comporterà problemi anche per i cittadini dei 7 paesi che già abitano in America, e già in questi vi sono difficoltà per via dei genitori, figli e fratelli di famiglie residenti negli usa che non possono rientrare per il fatto di essere stati fuori dal paese per un breve periodo.
Va anche detto che le organizzazioni che appoggiano il terrorismo troveranno comunque il modo per aggirare questi limiti e arrivare ai loro obbiettivi. Fare i muri e limitare le persone normali non porterà maggiore sicurezza per gli Stati Uniti, sopratutto dopo che è stato lo stesso intervento degli usa in quei paesi a renderli crogiolo dei terroristi.

Note.
1. Il Giornale: Attentati alle Torri Gemelle, pubblicate le 28 pagine mancanti.
2. Notizie Geopolitiche: Usa. 11 Settembre: il Congresso cancella il veto di Obama, l’Arabia Saudita san processata.
3. BBC: Yemen conflict: Al-Qaeda seen at coalition battle for Taiz.
4. Corriere della Sera: Charlie Hebdo, Al Qaeda dello Yemen rivendica l’attacco con un video.
5. BBC: Yemen conflict: Al-Qaeda seen at coalition battle for Taiz.
6. Dawn: Taliban reaffirms authority of its Qatar ‘political office‘.
7. al-Monitor: Hamas Ties to Qatar Have Cost. NYT: In Turnabout, Syria Rebels Get Libyan Weapons.
9. Hurriyet: dalla Turchia 10mila sono andati!