
di Enrico Oliari –
Volodymyr Zelensky è tornato a fare la voce grossa. Questa volta l’obiettivo dei suoi strali non è stato il leader russo Vladimir Putin, verso il quale aveva addirittura imposto il divieto a se stesso e ai suoi di dialogare. No: il presidente ucraino ha avuto l’ardire e l’ardore di prendersela nientemeno che con Donald Trump, reo di aver chiuso il rubinetto dopo ben 114 miliardi di euro in “aiuti” speditigli da Joe Biden per avere la meglio sull’Orso russo, una palese utopia. D’altronde la guerra, si sa, è un affare megagalattico soprattutto per chi produce e armi, un toccasana per l’economia Usa e un’occasione per gli alleati occidentali di smaltire le armi vetuste dei depositi per acquistarne di nuove, soprattutto dagli Usa. Gli sarebbe bastato riconoscere le autonomie del Donbass, come diceva il Protocollo di Minsk-II, e rinunciare a quell’alleanza di guerra (e di affari) che è la Nato, e non ci sarebbe stata nessuna guerra, nessun paese distrutto, nessun morto.
Trump tuttavia non è tipo che si accontenta dell’ingrasso delle potenti lobby degli armaioli. Trump è uno che vuole tutto, perché tutto ha un prezzo, non ci sono sconti per nessuno, neppure per il pupazzo di Kiev. E così ha preteso le terre rare ucraine, almeno il 50%, per l’aiuto dato e per continuare a fornire armi, come pure un nuovo governo a Kiev, la cessione di territori alla Russia e la fine delle ostilità.
E gli europei, che si sono dissanguati con altrettanti “aiuti” e che oggi vanno in crisi per il prezzi dell’energia? Loro a Monaco si sono raccolti applaudenti attorno al loro pupazzo promettendogli di non lasciarlo solo e di sostenerlo sempre e comunque, uno per tutti e tutti per uno, così Zelensky ha trovato la spocchiosità giusta per respingere la richiesta della Casa Bianca del 50% delle terre rare ucraine. Non solo, ha “ordinato” al presidente Usa di incontrare lui prima di Vladimir Putin, per i negoziati di pace. Perché “abbiamo il nostro piano”. L’ultimo prevedeva la terza guerra mondiale.
Additando lo spettro dell’invasione russa di tutta l’Europa, l’idolatrato Zelensky ha raccomandato agli europei di spendere di più per la difesa, per quanto i soldi “non saranno sufficienti a fermare la Russia: solo il nostro esercito in Europa ha una vera esperienza di combattimento moderno”. Per cui, visto che la via della Nato è chiusa e con Washington le cose non vanno bene, meglio puntare a un esercito europeo che includa anche quello ucraino: “dobbiamo costruire le forze armate d’Europa affinché il futuro del continente dipenda solo dagli europei e le decisioni vengano prese in Europa”, ha insistito
Poi, come da prassi, tra le ola di giubilo e le lacrime commosse di Ursula von del Leyen, è tornato a chiedere per l’esercito ucraino, a guerra palesemente persa, “armi, addestramento, sanzioni, finanziamenti, pressione politica e unità”.