
di Enrico Oliar, con la collaborazione di Angelo Gambella –
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto alle continue battute di Donald Trump secondo cui se eletto risolverebbe il conflitto in un lampo, affermando che “se sa come porre fine alla guerra della Russia in Ucraina, non dovrebbe aspettare fino a dopo le elezioni presidenziali di novembre per rivelare i dettagli, dovrebbe dircelo oggi”. L’eventuale rielezione di Trump preoccupa Zelensky, il quale si è chiesto “se il 5 novembre l’Ucraina potrà contare ancora sugli Usa”.
Su Politico sono apparse le indiscrezioni di uomini vicini all’ex presidente, nella fattispecie due esperti della sicurezza nazionale, per i quali Trump sarebbe pronto a trattare bloccando l’adesione dell’Ucraina alla Nato e accettando la cessione di territori alla Russia.
In particolare per Trump la Nato dovrebbe fermare la sua corsa a est, oggi proiettata verso l’Ucraina e la Georgia come stabilito al vertice di Bucarest del 2008, ma se così fosse darebbe la vittoria al presidente russo Vladimir Putin, dal momento che sono proprio l’adesione dell’Ucraina alla Nato e la tutela delle minoranze russofone del Donbass i motivi alla base dell'”Operazione speciale”.
In conferenza stampa il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha sottolineato che “La Russia non sta dialogando con Trump sulle condizioni per arrivare alla pace in Ucraina”, ma poi Vladimir Putin è intervenuto da Astana, dove è in corso il vertice dello Sco (Cooperazione di Shanghai) affermando di prendere in seria considerazione la proposta di Trump sull’Ucraina, anche se “non ha fornito finora dettagli”. Ha poi aggiunto di “non essere d’accordo al momento per un cessate-il-fuoco, dal momento che non è sicuro della reazione dell’Ucraina”. Chi si è invece detto fiducioso è stato il presidente turco Recep Tayyp Erdogan nel corso del bilaterale con il collega bielorusso Aleksandar Lukashenko.