Turchia. Calci e pugni al deputato che parlava della repressione di Ankara verso i curdi

di Shorsh Surme

Encu fehratL’esercito turco continua nella violenta repressione nei confronti della popolazione civile curda del Kurdistan della Turchia (Nord del Kurdistan), nel totale silenzio della comunità internazionale.
Infatti il governo turco, con la rottura della tregua con i curdi del luglio 2015, ha innescato una spirale di violenze senza precedenti che ha travolto tutto il paese.
Negli ultimi otto mesi l’esercito turco ha impiegato più di 10mila soldati per fare terra bruciata nel Kurdistan, in particolare nelle province di Diyarbakir, Sirnak, Mardin, Hakkari, Mus, Elazig e Batman; i morti sono migliaia, vi sono quartieri completamente distrutti, 130mila profughi: questo è il tragico bilancio dell’azione repressiva di Ankara.
Ieri, mentre il parlamentare curdo Ferhat Encu del partito Democratico dei popoli (Hdp) stava denunciando questi massacri e ricordava i civili e i bambini assassinati dalle forze di “sicurezza” turche, i membri dell’Akp, il partito del “sultano” Erdogan, hanno scatenato un putiferio in aula arrivando ad aggredire con calci, pugni, spintoni strattonamenti il deputato solo per impedirgli di proseguire il suo discorso.
È ormai arcinoto che i nazionalisti turchi sono insofferenti alle parole “curdi” e “Kurdistan”: questo è la Turchia, membro della Nato e del Consiglio di Sicurezza d’Europa e ormai prossimo candidato ad entrare nell’Unione Europea.

Nella foto: il deputato curdo Ferhat Encu.