Turchia. S-400: a Washington anche i repubblicani premono per le sanzioni

di Shorsh Surme

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti aveva già approvato a stragrande maggioranza le sanzioni contro la Turchia, paese Nato, per via dell’invasione della Siria settentrionale, ma anche per aver acquistato dalla Russia i missili difensivi S-400, studiati tra l’altro per abbattere gli F-35 della Nato. Se il Senato deve ancora agire avendo rinviato la mozione quasi per far un favore al presidente Donald Trump, già la scorsa settimana, in seguito alla visita di Recep Tayyp Erdogan a Washington, il senatore Jim Risch, presidente del Comitato per le relazioni estere del Senato, ha dichiarato che se il presidente turco “Rimane fermo nella sua posizione quello di mantenere i missili Russi S-400, io presenterò un disegno di legge sulle sanzioni per la Turchia. Sarà una scelta di Erdogan, dovrà prendere la responsabilità e le conseguenze”.
Anche il senatore Lindsey Graham, parlando con i rappresentanti del Institute for National Security of America (JINSA), ha affermato la necessità “di risolvere la questione dell’S-400″. In caso contrario, “Il Senato dovrà approvare le sanzioni simili quelli della Camera e dovremo approvare con 95 voti”, e Trump non sarà in grado di porre il veto. “E quello sarà l’inizio della fine del rapporto tra gli Stati Uniti e la Turchia di Erdogan, perché il ritardo nella formulazione di una chiara risposta alle azioni turche stava minando la posizione degli Stati Uniti altrove”, ha insistito Graham.
Da canto suo il ministro degli esteri della Turchia Mevlut Cavusoglu, in una conferenza stampa con il suo omologo somalo Ahmed Issa Awad ad Ankara, ha dichiarato che “La Turchia ha bisogno di altri sistemi di difesa aerea oltre agli S-400 già acquistati di recente dalla Russia”.
Come sempre non solo Erdogan, ma tutta la dirigenza Turca ha un piede in due staffe. Da una parte trattano con la Russia di Vladimir Putin, d’altra cercano di avere anche le armi americane. Infatti Cavusoglu ha confermato all’agenzia di stampa “Anadolu” che la Turchia potrebbe acquistare le batterie statunitensi Patriot, come già riferito nelle scorse settimane dal presidente Recep Tayyip Erdogan in occasione della sua visita a Washington.
Il Pentagono ritiene infatti che la presenza degli S-400 sul suolo turco costituisca una minaccia per la sicurezza degli altri sistemi della Nato e in particolare dei caccia multiruolo F-35. Gli Stati Uniti hanno così congelato l’estate scorsa la partecipazione della Turchia al programma di sviluppo F-35.
La cosa grave che è stato affermato proprio oggi da Cavusoglu che Ankara non ha acquistato gli S-400 “per tenerli in magazzino”, ma perché “ne ha bisogno”. Successivamente un portavoce del Dipartimento di Stato Usa ha fornito maggiori informazioni, descrivendo il test della Turchia sull’S-400 come “un’azione provocatoria” che “rappresenta un chiaro pericolo per la Nato”.
Il presidente russo Vladimir Putin continua comunque con la sua politica e ha già programmato una visita ad Ankara a gennaio 2020 in occasione dell’apertura del gasdotto Turkstream, attraverso il quale la Russia fornirà gas naturale alla Turchia. Sarà anche un’opportunità per Putin di premere su Erdogan per gli acquisti militari russi, inclusi i Su-35.