di Riccardo Renzi * –
Su tutte le maggiori testate nazionali, dall’ANSA a La Repubblica, campeggia in primo piano la notizia della chiamata tra Trump e Putin che avverrà nel primo pomeriggio del 18 marzo, precisamente, tra le 14:00 e le 16:00 italiane. Questo colloquio assume un’importanza capitale non solo per il futuro delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia, ma anche per il conflitto in corso in Ucraina, che da oltre un anno scuote la stabilità geopolitica globale. La Casa Bianca e il Cremlino hanno entrambi confermato l’incontro, pur mantenendo un alone di riservatezza sull’agenda, lasciando intuire che le discussioni riguarderanno temi complessi e cruciali, inclusa una possibile tregua e la questione territoriale.
Il conflitto in Ucraina rimane il tema centrale della telefonata. Donald Trump ha dichiarato di essere ottimista riguardo alle possibilità di porre fine alla guerra, sebbene riconosca che molti punti cruciali rimangono da definire. Trump ha sottolineato che “molti elementi di un accordo finale sono già stati concordati”, ma il suo ottimismo si scontra con la realtà delle posizioni divergenti tra le due potenze mondiali.
L’Ucraina ha accettato la proposta americana di un cessate il fuoco di 30 giorni, ma la Russia, sotto la guida di Putin, ha posto una serie di condizioni, tra cui il ritiro delle truppe ucraine dalle quattro regioni conquistate e annesse illegalmente nel 2014: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Il leader russo ha anche richiesto la sospensione degli aiuti militari occidentali a Kiev, ponendo un veto sulla possibilità che l’Ucraina entri nella NATO. Queste precondizioni sono difficili da conciliare con le posizioni di Kiev, che ha più volte ribadito che l’integrità territoriale del paese non è negoziabile. La questione delle terre occupate rappresenta uno dei nodi più delicati e difficili da sciogliere in un eventuale accordo di pace.
Per Trump, l’incontro con Putin non è solo una questione di diplomazia legata al conflitto ucraino, ma anche un’opportunità per migliorare le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Russia, che sono state particolarmente tese negli ultimi anni. La normalizzazione dei rapporti è uno degli obiettivi dichiarati del presidente americano, e il colloquio potrebbe segnare un punto di svolta nelle dinamiche internazionali. D’altra parte, il Cremlino ha espresso un atteggiamento più cauto, senza rivelare troppo sui contenuti del colloquio, ma confermando che tra i temi trattati ci sarà sicuramente la “normalizzazione” delle relazioni e la risoluzione della questione ucraina.
In questo scenario, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a giocare una partita delicata. Sebbene abbia accettato la proposta di cessate il fuoco, ha sottolineato che la sovranità e l’indipendenza del suo paese sono non negoziabili. D’altra parte, Zelensky è stato costretto a fare delle concessioni durante gli incontri con Trump, nonostante la sua insistente richiesta di garanzie sulla sicurezza a lungo termine per l’Ucraina, inclusi il rafforzamento delle forze armate e la protezione delle infrastrutture critiche, come la centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Le pressioni da parte dei partner occidentali non mancano. L’Unione Europea, il Regno Unito e il Canada continuano a sostenere l’Ucraina, cercando di costruire un “ombrello difensivo” per Kiev, mentre Trump sembra intenzionato a spingere per un accordo che possa ridurre il conflitto. Le relazioni tra i diversi attori internazionali sembrano essere sempre più divise, con alcuni stati europei, come Gran Bretagna e Francia, che continuano a spingere per un intervento diretto in Ucraina, mentre gli Stati Uniti sembrano cercare una via diplomatica.
Un altro aspetto rilevante in questo contesto è l’annuncio dell’amministrazione Trump del ritiro dall’organismo internazionale creato dall’Unione Europea per indagare sui crimini di guerra in Ucraina. Questa decisione, insieme alla sospensione dei finanziamenti a emittenti come Voice of America e Radio Free Europe, segna un ulteriore passo verso il riavvicinamento di Washington a Mosca. La reazione del Cremlino a queste mosse è stata positiva, con Dmitri Peskov, portavoce di Putin, che ha accolto favorevolmente la decisione, definendo le emittenti come “propaganda”.
Il colloquio di oggi, 18 marzo, tra Putin e Trump rappresenta un momento cruciale nella geopolitica mondiale. Mentre le speranze di una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina sono più alte che mai, il rischio che le trattative vengano rallentate o addirittura vanificate dalle difficoltà su territorio e sovranità resta molto concreto. Se da un lato la telefonata potrebbe segnare un passo verso la distensione e la pace, dall’altro potrebbe anche rivelare che gli interessi strategici di Stati Uniti e Russia sono ancora troppo distanti per raggiungere un accordo stabile. Il futuro dell’Ucraina, così come la stabilità dell’Europa, dipenderanno dai prossimi sviluppi di questa complessa partita diplomatica.
* Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo, membro dei comitati scientifici e di redazione delle riviste Menabò, Scholia e Il Polo – Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti”, e Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Marche..