di Guido Keller –
Com’era prevedibile, la decisione dell’amministrazione Usa di Joe Biden di alzare l’asticella della guerra fornendo all’Ucraina i missili Atacms per colpire il territorio russo sta comportando la risposta simmetrica della Russia.
La forza aerea ucraina ha infatti riportato che tra i missili impiegati dalla Russia oggi contro Dnipropetrovsk ci sarebbe stato anche un missile intercontinentale RS-26 Rubesh. In realtà lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha spiegato che a colpire una fabbrica militare è stato il nuovo vettore intermedio Oreshnik, in grado di volare a Mach 10, cioè 12.500 km all’ora, dati che lo rendono al di fuori della portata degli Atacms e soprattutto non intercettabile. Trattandosi di un missile nuovo non vi sono dati precisi ad esempio sulla gittata, mentre il RS-26 Rubesh è un vettore dal peso di 36 tonnellate e lungo 12 metri, con una gittata di 6mila km e in grado di volare a Mach 20, cioè 24.500 km all’ora.
La guerra, per quanto drammatica e distruttiva, è stata tenuta fino ad oggi ad un livello di medio-bassa intensità, ma la decisione degli Usa sta spingendo la Russia all’impiego di armi sempre più sofisticate.
Il presidente russo ha infatti dichiarato che “Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l’impiego delle loro armi contro le nostre strutture”, aggiungendo poi che “in caso di una escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo deciso e simmetrico”.