di Giuseppe Gagliano –
Si terrà domani in Arabia Saudita il primo incontro tra delegati statunitensi e russi sulla crisi ucraina. La notizia, riportata da Axios e confermata da fonti NBC, sottolinea un cambio di passo nell’approccio della Casa Bianca: negoziare direttamente con Mosca per porre fine al conflitto.
Washington prevede incontri bilaterali separati con Russia e Ucraina, seguiti da un tavolo congiunto. Un passaggio cruciale per il piano di pace di Donald Trump, che rappresenterebbe il primo vero colloquio tra Mosca e Kiev dall’inizio della guerra nel 2022.
Al summit parteciperanno il consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz, il segretario di Stato Marco Rubio e Steve Witkoff, inviato presidenziale per il Medio Oriente.
Kiev ha accolto con sorpresa l’annuncio: al momento non è previsto l’invio di una delegazione ufficiale. Tra l’altro il vicepremier ucraino Yulia Sviridenko è già in Arabia Saudita per siglare accordi economici e preparare l’arrivo di Volodymir Zelensky a Riad. Il presidente ucraino tuttavia resta scettico sulla reale volontà di Mosca di negoziare: “Putin mente. Non mi fido di lui”, ha dichiarato Zelensky alla Conferenza di Monaco.
I colloqui si terranno senza la partecipazione di potenze europee. Un’esclusione che ha sollevato malumori tra i leader del Vecchio continente. Olaf Scholz, cancelliere tedesco, ha ribadito che “una pace imposta non sarà mai accettata dall’Europa”.
Alla Conferenza di Monaco la preoccupazione principale dei governi Ue è stata chiara: Trump potrebbe spingere per un cessate-il-fuoco che avvantaggi Mosca. Così il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato per oggi un vertice europeo con i principali leader del continente e il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per stabilire una strategia comune.
Nel frattempo fonti interne rivelano che Washington ha offerto a Kiev un accordo strategico: continuare il supporto militare in cambio di risorse minerarie ucraine. Zelensky però ha frenato: “Non è nell’interesse dell’Ucraina firmare questo accordo ora”, ha detto sottolineando l’assenza di reali garanzie di sicurezza.
Pechino continua a insistere sulla necessità di un accordo negoziato tra tutte le parti coinvolte. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha discusso la posizione di Kiev con diplomatici ucraini, mentre il Wall Street Journal riporta che la Cina avrebbe proposto un vertice Putin-Trump per discutere un cessate-il-fuoco.
Intanto la tensione tra Stati Uniti ed Europa cresce anche su altri fronti. JD Vance, vicepresidente americano, ha attaccato i governi Ue accusandoli di censurare la libertà di espressione e di aver perso il controllo sull’immigrazione. Dichiarazioni che il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha definito “inaccettabili”.
L’incontro di Riyad potrebbe rappresentare un momento chiave nel braccio di ferro tra Russia e occidente. Trump cerca un accordo diretto con Putin, mentre l’Europa teme un negoziato che congeli il conflitto a favore di Mosca. Kiev resta in bilico, preoccupata che il suo destino venga deciso altrove.
Gli equilibri globali stanno cambiando. La domanda è: chi trarrà vantaggio da questo nuovo scenario?