Uruguay. Lacalle Pou vince le elezioni al ballottaggio contro Daniel Martínez

di Alberto Galvi

Si è svolto in Uruguay il ballottaggio per le presidenziali che è stato vinto da Lacalle Pou del PN (Partido Nacional) contro Daniel Martínez del FA (Frente Ampio). Il paese dopo 15 anni di governo della sinistra con il FA ha deciso di svoltare a destra. Il voto in Uruguay è obbligatorio e gli aventi diritto sono 2 milioni e 700 mila elettori. In questo secondo turno è stato necessario contare i voti 2 volte visto la risicata differenza tra i 2 candidati.
Dopo una durissima campagna elettorale, un primo turno alle presidenziali in ottobre e il ballottaggio di domenica scorsa, gli elettori uruguaiani hanno dato una vittoria risicata alla destra nei confronti del FA che nel ballottaggio ha recuperato molti voti persi al primo turno.
Lacalle Pou ha vinto il ballottaggio grazie alla coalizione che lo ha sostenuto in questo secondo turno come il PN, il CP (Colorado Party) il CO (Cabildo Open), il PI (Partido Indipendiente), e il PG (Partido de la Gente). Il vincitore di questo turno inizierà il suo mandato il 1° marzo del 2020.
Inoltre il FA ha perso la maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera dei deputati. A partire dal 15 febbraio, la coalizione di sinistra nel governo avrà 13 senatori, contro i 17 della coalizione formata dai 10 del PN, 4 del PC e 3 del CO. Il FA avrà 42 seggi alla Camera, rispetto ai 56 della coalizione che sostiene Lacalle Pou formata dai 30 del PN, 13 del PC, 11 del CA, 1 del PI, e 1 del PG e infine 1 seggio del PERI (Partido Ecologista Radical Intransigente), che è fuori dai 2 schieramenti.
Il programma che contraddistingue la coalizione che ha vinto questa tornata elettorale, verte a risolvere problematiche tipicamente di destra, come l’insicurezza pubblica, con una serie di misure, come l’estensione del concetto di legittima difesa per polizia e militari. Per garantirsi i voti dei centristi del PC, la coalizione di centrodestra non consentirà mai più di abrogare la legge per depenalizzare l’aborto come fu già approvata nel 2012, durante la presidenza di José Mujica, o il matrimonio tra omosessuali e la protezione a favore delle persone transgender.
Per quanto riguarda le ricette economiche il piano della coalizione sembra essere meno dettagliato rispetto a quello iniziale che Lacalle Pou aveva esposto durante la campagna elettorale del primo turno. Il PN è infatti un partito incentrato su un modello economico liberista, ma con una partecipazione da parte dello stato a tutela dei cittadini più poveri. Rischio invece di conflitto nel mondo della scuola con la chiara volontà da parte del neo presidente eletto di togliere la possibilità di votare ai sindacati all’interno dei consigli scolastici.
Sulle questioni fiscali Lacalle Pou intende rallentare la crescita del debito pubblico, riducendo le imposte al fine di creare sviluppo. La coalizione invece ha creato un programma economico più vago dal punto di vista ideologico con promesse su tagli di imposte nel settore agricolo e tagli al bilancio che non influenzerebbero le spese sui programmi sociali.
Sul tema del lavoro la coalizione punta alla creazione di una formazione professionale continua su base nazionale, al fine di cercare di assumere adulti di età superiore ai 50 anni disoccupati e genitori, incoraggiando le aziende attraverso la riduzione dei contributi dei datori di lavori. Per l’emergenza casa invece il governo ha pensato alla creazione di unità abitative integrate nel tessuto urbano, attrezzate con servizi igienico-sanitari e acqua potabile e munite di servizi di infrastrutture stradali.
Per il neo presidente eletto la propensione alle idee liberiste sembra essere prioritaria, ma in questo momento la complessa situazione regionale dovuta in parte al rallentamento economico in America Latina, non permetterebbe a un governo appena insediato di creare delle ricette economiche di questo tipo. Altri paesi della regione che hanno utilizzato ricette economiche liberiste hanno solo provocato un aumento delle diseguaglianze tra la popolazione. Il vero guaio per i paesi dell’America Latina è la mancanza di un ceto medio che permetta di far aumentare i consumi e di creare maggiore ricchezza grazie al lavoro.
Intanto il presidente Tabaré Vázquez incontrerà lunedì Pou per iniziare a discutere del periodo di transizione con il suo esecutivo, che però deve essere ancora formato. Il programma dell’esecutivo sarà composto con i 12 punti programmatici condivisi con gli altri leader della coalizione: Pablo Mieres, Edgardo Novick, Ernesto Talvi, e Manini Ríos al fine di governare il paese.