Uruguay. Luis Lacalle Pou parte in vantaggio in vista del ballottaggio di novembre

di Alberto Grandi –

Lo scorso 27 ottobre si sono svolte in Uruguay le elezioni generali. Questa tornata elettorale è stata vinta da Luis Lacalle Pou, candidato del PN (Partido Nacional), che raggiunge il secondo turno, con molte possibilità di diventare presidente.
In Uruguay è necessario avere il 50% più uno dei voti per vincere al primo turno, ma poiché nessuno lo ha ottenuto, i 2 candidati più votati andranno al ballottaggio. Lo sfidante di Louis Lacalle Pou sarà il candidato del FA (Frente Amplio) Daniel Martínez, che è il grande sconfitto per ora di queste elezioni. Nel caso di Martínez, è probabile che non sarà in grado di raggiungere un sostanziale numero di voti dagli altri partiti per vincere nel secondo turno.
In questa tornata elettorale, gli elettori hanno votato anche per i 99 deputati e 30 senatori che formano il Parlamento. I voti delle 2 camere saranno fondamentali per il governo, dal momento che non essendoci un partito dominante, diventerà difficile far approvare le leggi senza un governo di coalizione.
I seggi del Senato sono: 13 del Frente Amplio, 10 del PN (Partido Nacional), 4 del PC (Partido Colorado) e 3 del CA (Cabildo Abierto). I seggi alla Camera sono: 41 seggi del FA, 31 del PN, 13 del PC 11 del CA, 1 del PI (Partido Independiente), 1 del PERI (Partido Ecologista Radical Intransigente) e 1 del PP (Partido Popular).
Inoltre in codeste elezioni, si è votato per la riforma costituzionale “Vivir Sin Miedo”, promossa dal senatore del PN Jorge Larrañaga. Negli ultimi anni l’aumento dei crimini, ha alimentato un dibattito sui cambiamenti costituzionali per migliorare la sicurezza. Per questo motivo si è posto la necessita di sottoporre il problema ai cittadini attraverso un quesito referendario.
Il referendum non ha però raggiunto il quorum necessario per far passare la riforma a favore di una maggior sicurezza nelle strade, attraverso l’aumento di almeno 2 mila membri delle forze armate che agiscano con compiti di pubblica sicurezza. L’iniziativa, che richiedeva il voto del 50% più 1 degli elettori, ha raggiunto solo il 46% dei voti per ciò è stata respinta.
Il ballottaggio per l’elezione del presidente della Repubblica invece si disputerà il prossimo 24 novembre. Il favorito del prossimo turno sarà sicuramente Luis Lacalle Pou, che in questi giorni stava cercando delle alleanze con altri partiti come il CP e il CA, per formare un governo di coalizione, per il quale alcuni hanno già dato il loro assenso.
L’Uruguay sta dimostrando ancora una volta di essere una delle poche nazioni della regione in cui la democrazia è stabile. Negli ultimi anni nel paese sudamericano si è depenalizzato l’aborto, si è legalizzato la marijuana e si è riconosciuto i diritti delle persone transgender. 
Queste misure sono state prese dai governi di sinistra che in Uruguay sono rappresentati dal FA, un partito che ha assunto il potere nel 2005, quando la popolazione lo votò per risolvere la crisi economica scoppiata negli anni precedenti all’inizio del terzo millennio.
In questa tornata elettorale il FA ha avuto una battuta d’arresto dopo 15 anni di governo. Il FA ha deluso in questi anni i propri elettori. Con la sinistra al potere, la corruzione è dilagata, e i problemi che affliggevano la popolazione non sono stati risolti.
Durante il ballottaggio correranno in aiuto di Daniel Martínez, gli ex presidenti del FA come José Mujica, ma credo che non sarà sufficiente. Martinez ha infatti aperto il dialogo anche con altre forze politiche.
L’Uruguay ha bisogno di un cambiamento e non ci si può aspettare nulla di nuovo da un partito che ha governato questo paese per molti anni, lasciando dietro di sé molti problemi insoluti. Il nuovo presidente della Repubblica entrerà in carica il 1 marzo del 2020.