Usa. 100mila bambini comprati e venduti per sesso

di C.Alessandro Mauceri

Nel 2011, fu una giornalista investigativa di Vanity Fair, Amy Fine Collins, a lanciare un grido d’allarme contro la prostituzione minorile negli USA: “È diventato più redditizio e molto più sicuro vendere adolescenti malleabili rispetto a droghe o pistole. Una libbra di eroina o un AK-47 può essere venduta al dettaglio una volta, ma una ragazza può essere venduta da 10 a 15 volte al giorno, e un protettore “virtuoso” confisca il 100 percento dei suoi guadagni “.
A distanza di otto anni, quelle paure sono ancora lì, confermate dai dati di diverse inchieste condotte da giornali e associazioni. Come l’inchiesta di USA Today, secondo la quale negli Stati Uniti d’America, ogni due minuti, un bambino è vittima dell’industria del sesso e gli adulti “comprano” bambini per motivi sessuali almeno 2,5 milioni di volte all’anno.
Numeri spaventosi che i media internazionali sembrano non conoscere, forse per paura che si apra un vaso di Pandora a livello globale. Eppure la situazione è grave e le prove non mancano. Un’altra l’inchiesta, questa volta dell’Herald Tribune, oltre a riportare numerose testimonianze fa una stima delle dimensioni del fenomeno: sarebbero almeno 100mila i bambini, ragazze e ragazzi, comprati e venduti per il sesso negli Stati Uniti ogni anno, con 300mila bambini che rischiano di essere vittime di questi traffici. Alcuni di loro vengono rapiti con la forza, altri sono minori fuggiti, altri ancora vengono venduti al “sistema” da parenti e conoscenti.
Un problema di cui si parla da molti anni: nel 2011, il procuratore Krishna Patel dichiarò che “La tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale commerciale di bambini e donne americani, via Internet, strip club, servizi di scorta o prostituzione di strada, sta per diventare uno dei peggiori crimini negli Stati Uniti”. Da tanto tempo le associazioni che cercano di combattere questa piaga denunciano la gravità della situazione: “L’unico modo per non trovarlo in nessuna città americana è semplicemente non cercarlo”, ha dichiarato Ernie Allen del National Center for Missing and Exploited Children.
Nel 2014, l’FBI cercò di porvi un freno: 54 divisioni del Federal Bureau of Investigation condussero un’inchiesta in 106 città che confermò le dimensioni del traffico sessuale nel paese. Venne lanciata una iniziativa, Operation Cross Country, accompagnata da una campagna mediatica basata su un video per sensibilizzare l’opinione pubblica. “Questi non sono bambini che vivono in un posto lontano, lontano dalla vita di tutti i giorni”, dichiarò il direttore dell’FBI James Comey, “Questi sono i nostri figli. Sulle nostre strade Il nostro camion si ferma. I nostri motel. Questi sono i bambini americani”.
In poco più di un decennio, l’Operazione Cross Country ha portato a quasi 2mila condanne lavorando a stretto contatto con il Dipartimento di Giustizia e l’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti. Nel 2000 infatti il Congresso aveva approvato una legge sulla protezione delle vittime del traffico, autorizzata e rinnovata ogni due anni. Sfortunatamente però questa norma si applica solo a un numero relativamente minore di casi federali. Ciò lascia ai singoli Stati la possibilità di emettere autonomamente norme locali per cercare di fronteggiare questo problema. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Forse é anche per questo motivo che le misure adottate per fermare lo sfruttamento sessuale di minori negli USA finora non sono servite a molto.
Dopo oltre un decennio di scandali, campagne mediatiche, inchieste e arresti, il numero di casi di violenze sessuali su minori è ancora elevatissimo: secondo i dati ufficiali (quelli della National Human Trafficking Hotline), dal 2007 a giugno 2018, le segnalazioni sono state oltre 195mila. Lo scorso anno, il maggior numero di segnalazioni sono state fatte in tre stati: California, Taxas e Florida.
Dati, testimonianze, denunce, condanne che, però, fino ad ora, non sono bastate a debellare il fenomeno della prostituzione minorile e dello sfruttamento sessuale di minori. Secondo l’inchiesta pubblicata da USA Today, ogni anno negli Stati Uniti circa 10mila bambini finiscono vittime di sfruttamento sessuale commerciale. I ricercatori affermano che l’età media delle vittime è di 15 anni e che ogni bambino viene “comprato” in media 5,4 volte al giorno. Molte vittime sono costrette a fare sesso con più di 30 uomini in una settimana; più di 100 in un mese.
Un fenomeno che ha colpito anche migliaia di minori stranieri non accompagnati: tra il 2014 e il 2018, secondo la denuncia di febbraio 2019, del rappresentante democratico della Florida, Ted Deutchl, il Dipartimento della salute e dei servizi umani avrebbe ricevuto più di 4.500 denunce di abusi sessuali contro minori non accompagnati.
La cosa più sconvolgente è che, secondo alcune ricerche, raramente gli “acquirenti” che alimentano il commercio del sesso minorile vengono individuati. La maggior parte si confonde con la gente comune, si mimetizza in famiglie “normali” o sul posto di lavoro.
“Nonostante 20 anni di sforzi, lo sfruttamento sessuale dei bambini nei viaggi e nel turismo si è esteso in tutto il mondo e ha superato ogni tentativo di risposta a livello internazionale e nazionale… di conseguenza i rischi dello sfruttamento sessuale dei bambini sono in aumento”, si legge nello studio sullo sfruttamento sessuale dei bambini in viaggio e turismo, del 2016. Anche uno studio del National Crime Victimization Survey, riconosce che i crimini violenti contro i minori molte volte hanno meno probabilità di essere noti alle autorità rispetto ai crimini contro gli adulti (Vittima di minori e giovani Conoscenza di polizia, scuola e autorità mediche ).
Eppure i dati sugli abusi sessuali subiti da minori in America riportati da una delle assiociazioni più attive sono impressionanti: un bambino su 10 è stato vittima di abusi sessuali prima del diciottesimo compleanno; il 30% dei bambini viene abusato da membri della famiglia; circa il 60% viene abusato da persone di cui la famiglia si fida; circa il 35% delle vittime ha 11 anni o meno. Le conseguenze per le vittime di questi abusi e sfruttamento sono tremende: il 70-80% delle vittime di violenze sessuali comincia a fare uso eccessivo di droghe e alcol; tra i sopravvissuti di sesso maschile il 50% ha pensieri suicidi e oltre il 20% tenta di suicidarsi; le ragazze che sono abusate sessualmente hanno maggiori probabilità di sviluppare disturbi alimentari come adolescenti (PTSD); sia i maschi che le femmine che hanno subito abusi sessuali sono più propensi a prostituirsi.
Tutto questo ha permesso a questo fenomeno di continuare ad esistere. E, come tutto quello che accade negli USA, l’aspetto economico non è secondario: si stima che il giro d’affari della tratta di esseri umani, negli Stati Uniti, valga non meno di 9,5 miliardi di dollari all’anno. E, come se non bastasse, in aumento.