Usa. Altra esecuzione capitale

di C. Alessandro Mauceri

Continuano le esecuzioni capitali negli Stati Uniti d’America. Distratti dalle primarie e dall’epidemia di corona virus pochi hanno commentato l’esecuzione della seconda pena capita in pochissimi giorni dopo quella nel Tennessee. Questa volta è stato il governatore dell’Alabama, Kay Yvey, a non voler sospendere l’uccisione mediante iniezione letale di Nathaniel Woods, 44 anni.
A differenza del caso di pochi giorni fa in Tennessee però il caso di Kay Yvey presentava seri dubbi che il vero colpevole fosse lui.
Woods era accusato di essere non l’esecutore materiale dell’omicidio dei tre agenti a Birmingham, ma la mente. I tre agenti erano entrati nell’abitazione dove si trovavano Woods e l’esecutore materiale degli omicidi, Kerry Spencer per arrestarli per reati legati alla droga. A tutt’oggi sarebbe ancora non del tutto chiaro come si sono svolti i fatti. Woods si è sempre dichiarato innocente. Lo stesso Spencer ha definito Woods “innocente al 100%”, in una recente lettera inviata ai media statunitensi. “So che questo è un dato di fatto perché sono la persona che ha sparato e ucciso tutti e tre i poliziotti”, ha scritto Spencer. Ciò nonostante, nel 2015, la giuria aveva emesso un verdetto di colpevolezza (con una maggioranza di 12 giurati su 10).
Circa 120mila persone hanno chiesto al governatore dell’Alabama di sospendere l’esecuzione. Tra loro anche personaggi famosi come Kardashian, nota per il suo impegno contro la pena di morte, che in un tweet ha scritto che Woods sarebbe stato “giustiziato in Alabama per omicidi che non ha commesso”. Lo stesso ha fatto Bart Starr Jr., figlio del defunto quarterback della Hall of Fame della NFL, ha chiesto pietà per Woods. Anche Martin Luther King III, il maggiore dei figli ancora in vita dell’attivista per i diritti civili, si è espresso a favore di Woods: “Sei disposto a consentire l’esecuzione di un uomo potenzialmente innocente?”, ha scritto in una lettera inviata al governatore.
Di parere diverso il procuratore generale Steve Marshall che ha definito “giusta” la condanna di Woods definendo “menzogne” le dichiarazioni di chi (come lo stesso Spencer) diceva che Woods si era arreso ai poliziotti, “Consegnatosi alla polizia” e “innocente”: nessuno dei due termini si applica in alcun modo a Nathaniel Woods, le cui azioni hanno causato direttamente la morte di tre poliziotti e il ferimento di un altro”. “Sebbene Woods non fosse l’assassino, non era certo un passante innocente”.
Poche ore prima dell’iniezione letale gli avvocati di Woods hanno presentato una petizione alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America per bloccare l’esecuzione, esprimendo preoccupazione sul metodo con cui sarebbe stato giustiziato. Ma la Corte ha rifiutato di emettere lo “stay of execution”.
Come nel caso del Tennessee (dove sono sorte aspre polemiche circa la decisione di lasciar decidere al condannato se essere ucciso mediante sedia elettrica o iniezione letale) anche questa esecuzione in Alabama ha scatenato polemiche (delle quali, però, i media – specie quelli internazionali – hanno parlato poco). L’Alabama, infatti, è l’unico degli Stati Uniti d’America nel quale non è necessario un verdetto unanime della corte per imporre la pena di morte.